50 |
Austerlitz |
W.G. Sebald |
Ada Vigliani |
GER |
2001 |
50 |
Un nuovo nome.
Settologia VI-VII |
Jon Fosse |
Margherita
Podestà Heir |
NOR |
2021 |
50 |
Uomini di mais |
Miguel Ángel
Asturias |
Cesco Vian |
GTM |
1949 |
50 |
Il mio nome è
rosso |
Orhan Pamuk |
Şemsa
Gezgin, Marta
Bertolini |
TUR |
1998 |
50 |
Il ponte sulla
Drina |
Ivo Andrić |
Bruno Meriggi |
SER |
1945 |
50 |
Gli anni con
Laura Díaz |
Carlos Fuentes |
Ilide Carmignani |
MEX |
1999 |
50 |
Dublinesque |
Enrique
Vila-Matas |
Elena Liverani |
SPA |
2010 |
50 |
La strada di
fango giallo |
Can Xue |
Maria Rita Masci |
CN |
1987 |
50 |
La riva delle
Sirti |
Julien Gracq |
Mario Bonfantini |
FRA |
1951 |
50 |
Storie
dell'orrore |
Péter Nádas |
Laura Sgarioto |
UNG |
2022 |
50 |
Il manuale degli
inquisitori |
António Lobo
Antunes |
Rita Destri |
POR |
1996 |
50 |
Nessuno mi vedrà
piangere |
Cristina Riera
Garza |
Raul Schenardi |
MEX |
1999 |
50 |
Io è un altro.
Settologia III-V |
Jon Fosse |
Margherita
Podestà Heir |
NOR |
2020 |
50 |
Jacob e l'altro |
Juan Carlos
Onetti |
Angelo Morino |
UY |
1961 |
49 |
L'amante di
Wittgenstein |
David Markson |
Sara Reggiani |
USA |
1988 |
48 |
Io il supremo |
Augusto Roa
Bastos |
Stefano Bossi |
PY |
1974 |
48 |
Il signor
presidente |
Miguel Ángel
Asturias |
Elena Mancuso |
GTM |
1946 |
48 |
La città
assediata |
Clarice Lispector |
Roberto
Francavilla, Elena Manzato |
BRA |
1949 |
48 |
Ieri |
Juan Emar |
Bruno Arpaia |
CHL |
1935 |
48 |
I passaggi comuni |
Gonzalo Baz |
Claudia Rolandone |
UY |
2020 |
48 |
Il mio anno di
riposo e oblio |
Ottessa Moshfegh |
Gioia Guerzoni |
USA |
2018 |
47 |
Montevideo |
Enrique
Vila-Matas |
Elena Liverani |
SPA |
2022 |
47 |
La solitudine del
maratoneta |
Alan Sillitoe |
Floriana Bossi |
GB |
1959 |
47 |
Lo splendore - 1.
L'infanzia di Hans |
Pier Paolo di
Mino |
ITA |
2024 |
|
47 |
La bambola di
Kokoschka |
Afoso Cruz |
Marta Silvetti |
POR |
2010 |
47 |
Gentiluomo in
mare |
Herbert Clyde
Lewis |
Marco Rossari |
USA |
1937 |
47 |
La febbre dei
Petrov e altri accidenti |
Aleksei Sal'nikov |
Leonardo Marcello
Pignataro |
RUS |
2017 |
47 |
Tante piccole
infamie |
Panos Karnezis |
Mariagrazia Gini |
GRE |
2002 |
47 |
Poeta cileno |
Alejandro Zambra |
Maria Nicola |
CHL |
2020 |
47 |
Maniac |
Benjamín Labatut |
Norman
Gobetti |
CHL |
2023 |
46 |
Le cose della
vita |
Paul Guimard |
Eusebio Trabucchi |
FRA |
1967 |
46 |
L'anulare |
Yōko Ogawa |
Cristiana
Ceci |
JP |
1994 |
43 |
La sindrome di
Ræbenson |
Giuseppe Quaranta |
ITA |
2023 |
|
42 |
Per sempre |
Richard Ford |
Cristiana
Mennella |
USA |
2023 |
42 |
Carta straccia |
Juan José Millás |
Paola Tomasinelli |
SPA |
1983 |
42 |
Il museo
dell'innocenza |
Orhan Pamuk |
Barbara La Rosa
Salim |
TUR |
2008 |
41 |
La cattedrale di
nebbia |
Paul Willems |
Giuseppe
Girimonti Greco, Federico Musardo |
BEL |
1983 |
40 |
Il cliente Busken |
Jeroen Brouwers |
Francesco
Panzeri, Claudia Di Palermo |
NL |
2020 |
39 |
Attaccare la
terra e il sole |
Mathieu Belezi |
Maria Baiocchi |
FRA |
2022 |
39 |
Trittico |
Saša Sokolov |
Martina
Napolitano |
RUS |
2022 |
39 |
La nostra parte
di notte |
Mariana Enríquez |
Fabio
Cremonesi |
ARG |
2019 |
39 |
Grande studio su
Baudelaire |
Felipe Polleri |
Loris Tassi |
URU |
2007 |
39 |
Passi |
Jerzy Kosiński |
Vincenzo
Mantovani |
USA |
1968 |
39 |
Tante piccole
sedie rosse |
Edna O'Brien |
Giovanna Granato |
IRL |
2015 |
39 |
I corpi
dell'estate |
Martín Felipe
Castagnet |
Francesca
Signorello |
ARG |
2012 |
38 |
Geometria della
menzogna |
Manuel Alberto
Vieira |
Giacomo Falconi |
POR |
2012 |
38 |
Segreti femminili |
Roberto Arlt |
Carlo Alberto
Montalto |
ARG |
1930 |
32 |
Il vizio dei
libri |
Afonso Cruz |
Nunzia De Palma |
POR |
2021 |
sabato 4 gennaio 2025
Best book award 2024
Ecco l'elenco delle nostre letture del 2004:
Lettura dell'anno:
W.G. Sebald
(trad. Ada Vigliani)
domenica 29 dicembre 2024
Austerlitz – W.G. Sebald
Austerlitz – W.G. Sebald
(trad. Ada Vigliani)
Adelphi editore (I ed. 2001)
Sul tentativo di penetrare l'oscurità in cui siamo immersi.
W.G. Sebald è probabilmente l'autore che più ha influenzato la generazione di scrittori attuale e Austerlitz il romanzo che l'ha innalzato fino al ruolo di personalità di culto nel panorama letterario del primo quarto del XXI secolo.
La trama si dipana a partire dall'incontro della voce narrante con Jacques Austerlitz, professore di storia dell'Architettura, in una sala d'attesa della stazione ferroviaria di Anversa nel 1967. Da lì nasce una frequentazione episodica, fatta di conversazioni che vertono sulla struttura di edifici e costruzioni, chiacchierate apparentemente casuali che si interrompono per riprendere all'incontro successivo in un altro luogo, ampliandosi e arricchendosi di digressioni come cerchi generati da un sasso che cade in uno stagno. È la prosa caratteristica di Sebald: una scrittura che procede per associazioni di idee, uno stile ellittico che mescola realtà e finzione, arricchendo la narrazione con inserti fotografici e superando il genere romanzo ibridandolo con la biografia, il racconto di viaggio, il saggio. Una prosa più attenta ai temi che allo sviluppo dei personaggi, che a volte finiscono per risultare un po' deboli.
Dalle riflessioni sull'arte le discussioni si allargano al rapporto tra spazio e tempo, al viaggio e al movimento. Argomenti che scivolano inesorabilmente uno nell'altro, spingendo il protagonista ad andare indietro con il pensiero, alla giovinezza prima e all'infanzia poi, in un viaggio alla ricerca del tempo perduto e delle sue origini.
Austerlitz è un libro che pone la lotta tra oblio e memoria al centro del dibattito letterario. Da una parte ci sono i meccanismi di difesa, i tentativi di rimozione che l'inconscio mette in atto per non cancellare il passato e proteggersi dalle sofferenze, dall'altra il bisogno di sapere chi siamo, la volontà di vedere il proprio percorso nella sua interezza, senza tralasciare alcun particolare, conoscere la propria storia per dare un senso all'esistenza, ricordare il passato per tenerlo vivo. E in mezzo c'è l'uomo immerso nel labirinto della storia, che si sforza di vivere l'istante, di raggiungere quel luogo fuori dal tempo da dove si abbraccia tutto con uno sguardo, il punto fermo del mondo che ruota, l'Ehrebung del Burnt Norton eliotiano.
"Mi sono sempre ribellato al potere del tempo escludendomi dai cosiddetti eventi temporali, nella speranza – come penso oggi, disse Austerlitz – che il tempo non passasse, non fosse passato, che mi si concedesse di risalirne in fretta il corso alle sue spalle, che là tutto fosse come prima o, per meglio dire, che tutti i punti temporali potessero esistere simultaneamente gli uni accanto agli altri, cioè che nulla di quanto racconta la storia sia vero, che quanto è avvenuto non sia ancora avvenuto, ma stia appunto accadendo nell’istante in cui noi ci pensiamo, il che naturalmente dischiude peraltro la desolante prospettiva di una miseria imperitura e di una sofferenza senza fine.""A mio giudizio, disse Austerlitz, noi non comprendiamo le leggi che regolano il ritorno del passato, e tuttavia ho sempre più l’impressione che il tempo non esista affatto, ma esistano soltanto spazi differenti, incastrati gli uni negli altri, in base a una superiore stereometria, fra i quali i vivi e i morti possono entrare e uscire a seconda della loro disposizione d’animo, e quanto più ci penso, tanto più mi sembra che noi, noi che siamo ancora in vita, assumiamo agli occhi dei morti l’aspetto di esseri irreali e visibili solo in particolari condizioni atmosferiche e di luce. Per quanto mi è dato risalire indietro col pensiero, disse Austerlitz, mi son sempre sentito come privo di un posto nella realtà, come se non esistessi affatto."
domenica 15 dicembre 2024
sabato 14 dicembre 2024
Il mio anno di riposo e oblio – Ottessa Moshfegh
Il mio anno di riposo e oblio – Ottessa Moshfegh
(trad. Gioia Guerzoni)
Feltrinelli editore (I ed. 2018)
Romanzo interessante. Il tema trattato, il disagio esistenziale di una ragazza WASP, bellissima e ricca all'alba del nuovo millennio, sembra la sceneggiatura di un film hollywoodiano e presenta almeno due rischi evidenti: manca di originalità e presta il fianco a semplificazioni e facili cadute nei luoghi comuni (che comunque nel romanzo ci sono, soprattutto nella descrizione dei personaggi secondari). La bravura di Moshfegh consiste nel saper operare una scelta narrativa coraggiosa e controcorrente: il sonno come medicina per superare i traumi e resettare un'esistenza ingarbugliata, mettere la sordina ai sentimenti, scendere per un giro dalla giostra della vita per poi ripartire in maniera diversa. Ma non è tutto qui, con una scrittura essenziale priva di lampi particolari, sostenuta da venature di humor nero che provano a renderla meno scarna, l'autrice riesce a tratteggiare una protagonista dalla personalità complessa, ricca di sfaccettature, che sfugge alle schematizzazioni e si rivela capace di interpretare un ruolo di Bartleby contemporaneo in maniera credibile.
Allargando il ragionamento dal particolare all'universale, ne risulta un romanzo che rappresenta anche un invito a non fermarsi all'apparenza delle cose, alla semplicità che copre la complessità, alla velocità che nasconde la lentezza, al convenzionale che sopraffà l'individualismo.
"Il dolore non è l'unico banco di prova per crescere, mi dissi. Il sonno aveva funzionato. Mi sentivo morbida e calma e sentivo le cose. Era una bella sensazione."
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