Alghe, legni spezzati e corde rotte
oggetti a fine corsa
quel che resta di un pasto,
e poi vetri, pezzi di plastica, ferri arrugginiti
cose con un passato ma senza domani
gli avanzi che il mare ha sputato in faccia all'arenile.
oggetti a fine corsa
quel che resta di un pasto,
e poi vetri, pezzi di plastica, ferri arrugginiti
cose con un passato ma senza domani
gli avanzi che il mare ha sputato in faccia all'arenile.
Quel che resta è un campo di battaglia
un corpo sfregiato da mille cicatrici
che il mare carezza con mano leggera -
docile, come fiera ormai sazia
un corpo sfregiato da mille cicatrici
che il mare carezza con mano leggera -
docile, come fiera ormai sazia
e la notte di tregenda
sembra tanto tempo fa -
sembra tanto tempo fa -
irreale, come il sole che ora incendia
un cielo sfolgorante.
un cielo sfolgorante.
[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]
2 commenti:
Non so perché, ma nel mio feed reader comparivano solo le prime due strofe: sembrava completa.
È molto bella, Lars.
La foto è tua?
Ti ringrazio molto. No la foto non è mia, l'ho scaricata da internet, ma mi ricorda molto il mio mare.
LWV
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