domenica 7 febbraio 2010

Volo LH 3224


C’è la ragazza russa, che dopo dieci minuti dal decollo estrae dalla borsa una trousse da viaggio e comincia ad armeggiare intorno alle unghie delle mani con forbici, lime e smalti. Finirà poco prima dell’atterraggio, circa tre ore dopo.
C’è la coppia di francesi che dorme. Dorme per tutta la durata del viaggio. Evidentemente due professionisti della dormita, attrezzati con coperte e ciambelle per il collo.
C’è l’italiano cinquantenne, con moglie e figlia al seguito. Aria da playboy fuori forma, capello lungo alla Roberto Mancini, abbronzatura artificiale, braccialetto brasiliano al polso e pancetta incipiente. Si alza in continuazione, non riesce a stare seduto per cinque minuti di seguito, fissa con sguardo porcino tutte le donne che gli passano davanti che non siano ancora in menopausa.
Ci sono due tedeschi sprofondati nella lettura del giornale. Lo leggono tutto, dall’inizio alla fine, senza parlare, senza cambiare espressione del volto, concedendosi come unica pausa il pasto.
C’è un tipo che ogni tanto si alza per armeggiare intorno alla cappelliera: la apre, sistema la giacca e tocca un po’ la borsa, poi la richiude, senza prendere niente. Fin qui niente di strano, il problema è che durante il viaggio ripeterà questa specie di rito almeno sei o sette volte.
Ci sono quattro o cinque ragazzi russi che bevono. Birra, vino, birra, vino ed ancora vino. All’inizio parlano, ridono e scherzano, ma con il passare del tempo sembrano sempre più in difficoltà, nonostante ciò continuano a bere, come se fosse una specie di obbligo.
C’è un gruppetto di spagnoli che parla fitto fitto. Tre ore e ventisette minuti di fila di discorsi, senza prendere respiro. Una specie di record.
Domande: perché quando si accendono le luci che indicano di allacciare le cinture e rimanere seduti, ci sono sempre due o tre persone che si alzano per andare in bagno?
Ma soprattutto: perché quando l’aereo atterra la gente applaude?

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