da: "L'abito buono"
Sul mondo aleggia un miraggio indistruttibile e radioso chiamato felicità. Per l'esistenza dell'uomo su questa terra sono indispensabili le donne, i buoni impieghi, l'aria e l'egoismo, tutte cose reali e concrete, eppure l'individuo, mai pago di ciò che possiede, si è inventato questo miraggio, questo sogno, vale a dire la felicità. Poi ha creduto che la felicità esistesse davvero, che senza essa la vita non fosse vita e le cariche non fossero cariche!
A Pietroburgo è poco probabile che ci sia la felicità, ma di sicuro ci sono negozi, amore e pettegolezzi per le donne; ambizione, astuzie e rampogne per gli uomini; sogni, luna e fanciulle per i poeti; e, infine, egoismo e Nevskij prospekt per tutti!
Per quanto ciascuna delle cose e delle qualità reali e non immaginarie succitate possa con assoluto successo rimpiazzare per i pietroburghesi l'assenza di felicità, ciò nondimeno molti di coloro che non sono appagati dalla soverchia di negozi, sigarette, acqua e via dicendo, ritengono la felicità per se stessi indispensabile, la inseguono per tutta la vita, la vedono "ovunque non possono arrivare", la fanno esistere in quel che non possono ottenere e, giunti alla tomba estenuati e disperati sentenziano crudamente: "Al mondo la felicità non esiste!".
Tra l'altro si tratta di persone che nella maggioranza dei casi non hanno mai ponderato e avuto la necessità di ponderare sulle varie circostanze che governano la sorte umana né hanno provato le dure privazioni, delle quali è colma e divorata la vita di colui che pervenga rassegnato e remissivo al suo consolatorio limite estremo, in altre parole alla tomba. Quelli di cui parliamo occupano "posti buoni", possiedono belle cose, alle dodici si fanno la barba, alle due passeggiano per il Nevskij, alle sei pranzano, alle otto sbadigliano all'Opera italiana e sono osservati, a volte con ividia altre con rabbia, da qualche abitante di un quarto piano che si considera non peggiore di loro.
E ancora, sempre a Pietroburgo, esiste una gran quantità di gente per la quale la felicità è quella che è, un sogno, una chimera, e che si arrabatta a vivere in qualche modo, agitata per una piccola vincita o perdita al préférence, per il rincaro della legna da ardere o dei generi alimentari; gente più o meno costantemente soddisfatta di sé e delle proprie condizioni, che ritiene sciocca l'aspirazione a beni astratti e, pressata senza tregua dalle necessità della vita, crede fermamente che il mondo vada in maniera soddisfacente; tra l'altro, malgrado desideri avere una casa e una situazione migliori, si rende conto di vivere benissimo allorché confronta la propria casa e la propria situazione con quelle di altri.
[Sergej Betkov: "Le cime di Pietroburgo"]
1 commento:
OT: ho cambiato URL www.subliminalpop.com, così nel caso volessi correggere l'elenco blog...
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