domenica 12 febbraio 2012

Portare sacrifici agli dei


Passare tra due ali di folla che ti si stringono intorno. 
Provare imbarazzo per essere l’unico attore sulla scena. Camminare a capo chino, per non incrociare gli sguardi della gente. Sbirciare di soppiatto e scoprire che i loro occhi ti sorridono, ti guardano compiaciuti. Compiaciuti per il figliol prodigo che ha fatto ritorno a casa, per la pecorella smarrita rientrata all'ovile. 
Ricambi impacciato quei sorrisi, ti allacci sul viso un’espressione il più possibile simile alla loro. Avanzi con passo incerto sperando di arrivare presto, anche se non sai dove stai andando. Ti sforzi di immaginare cosa pensano, cosa si aspettano che tu faccia. 
Pensi che dovresti mostrarti sereno, tranquillo. Ma anche un po’ contrito, dispiaciuto. Pensi che un’espressione così non ce l’hai e che non sai se riuscirai ad apparire come loro si aspettano.
Hai scelto per questo giorno il tuo vestito più grigio. Hai curato i particolari, evitando di indossare qualcosa che ti possa mettere in evidenza. Lungo la strada alzi lo sguardo cercando un po’ di comprensione nei volti della folla ma non riconosci nessuno, sembrano tutti uguali. Allora chiudi gli occhi e sogni di riaprirli quando sarà tutto finito. Anzi no, non puoi più sognare, l'hai promesso.
Non sai neppure perché ti trovi lì in mezzo, sai solo che sta succedendo. Portare sacrifici agli dei, lo chiamano loro, e tu non sei abituato a fare tante domande. Pensi che è giusto così, che in fondo è cosa di un attimo e non dovresti neppure sentire molto dolore. Pensi che in fondo quello che stai facendo è quello che fanno tutti.
Passare tra due ali di folla che ti si stringono intorno. Sembra che questa strada non debba finire mai, sembra che quegli sguardi che si infilano come frecce nelle tue carni non debbano cessare. 
Ti fai coraggio, ti dici che  probabilmente il traguardo è proprio dopo quelle persone là in fondo. Man mano che avanzi prendi sicurezza, le tue gambe si fanno meno incerte, i movimenti più sciolti. Adesso cammini a testa alta e pensi che lo scopo di quello che stai facendo è proprio questo: sentirsi come gli altri, sentirsi normale, e provi un brivido mentre lo pensi. Cammini a testa alta e ti senti forte e non ti fanno paura le occhiate della gente. Cammini a testa alta e i loro sguardi indagatori ti scivolano addosso, come le lacrime che ora ti segnano il viso.

[Lars W. Vencelowe: "Pensieri, parole, opere ed omissioni"]

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