sabato 30 novembre 2013

Canzone dell'onda e della riva


Il suono dell'onda che si gonfia lontano
riempie lo spazio e si dilata nel tempo.
Canto suadente che sale e che scende
voce muta che culla il pensiero
musica che racconta storie di ieri.

Silenzio,
solo il suono dell’onda.

Sulle terrazze ordinate di filari spogli
i muri a secco ricamano morbide curve
che si allungano digradando fino alla costa.
Corpo sinuoso di donna che dorme,
nuda sposa che attende sognando

Silenzio,
solo l’attesa dell’innamorata.

L’onda selvaggia inizia il suo viaggio
allunga le spire stringendo verso riva
per portare all’amata tremule gemme di luce.
Sempre più vicina la costa
attende impaziente l'ineludibile abbraccio.

Silenzio,
solo il canto dell’innamorato.

Lieve scivola l’onda verso la sponda,
si accosta piano e l’accarezza leggera
la circuisce maliziosa, la sfiora e poi la tocca
la prende e poi la lascia in un gioco di sguardi,
dove rimbalzano gioia e sofferenza.

Silenzio.

Una spada luminosa allunga i suoi raggi
Una lingua di fuoco sorprende i due amanti.

Anche il sole benedice quel bacio.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]


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