Di rami e di foglie
Un Nooteboom in stato di grazia. Con una scrittura semplice e precisa e uno stile sobrio e attento agli eccessi, ci racconta la storia di Inni Wintrop, un dilettante della vita, uomo senza ambizioni che si definisce un'assenza, un buco. Un uomo che ha scelto il matrimonio come antidoto al caos dell'esistenza ma che poi non fa niente per mantenerlo in piedi. Ne consegue l'abbandono da parte della moglie a cui reagisce dapprima con un tentato suicidio e poi con un sorprendente ritorno alle attività quotidiane (rappresentato da una speculazione in borsa). Sì perché Inni è uno che pur non trovandosi a proprio agio nella navigazione del mondo, si lascia portare dalla corrente, senza fare troppa resistenza e godendosi il panorama che scorre davanti ai suoi occhi. Un tipo che considera il tempo come una massa amorfa con cui fatica a confrontarsi e guarda con sospetto all'eccesso di ordine, ritenendo che una giusta dose di confusione sia necessaria.
Fanno da contraltare al protagonista i due Taads, padre e figlio, simili tra loro nell'opporsi al mondo ma diversi nella scelta della strada da percorrere. Quasi bernhardiano il primo, ripiegato su se stesso e chiuso nella sua misantropia, convinto che una rigida disciplina fatta di uno stretto rispetto dell'ordine spaziale e temporale possa in qualche modo difenderlo dal resto dell'universo, artefice e contemporaneamente schiavo di un rituale filosofico-religioso orientaleggiante il secondo, altrettanto folle nella sua aspirazione a vivere un'esistenza di sola introspezione.
E sullo sfondo il mondo. La vita che scorre come un fiume da monte a valle, senza un significato evidente, indifferente alla sorte delle esistenze che trascina nella sua corsa. Inutile opporsi alla corrente, i Taads (che ci provano) sono come quei ramoscelli che si vanno ad incastrare contro le rocce che affiorano in mezzo a un ruscello e lì finiscono la loro corsa, quasi che rifiutassero di percorrere fino in fondo il cammino stabilito. Meglio, molto meglio, fare come Inni, sembra dirci un po' beffardamente Nooteboom, mettendosi comodi e lasciandosi portare come foglie in balia delle acque, cercando di godere di quello che la vita offre, prendendo le cose per quello che sono e contentandosi di conoscere quel poco che ci è dato di conoscere.
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