sabato 12 dicembre 2015

Dave Eggers – I vostri padri, dove sono? E i profeti, vivono forse per sempre?


Un grande futuro dietro le spalle?

Alle volte ho l'impressione che la facilità di scrittura di certi autori (nordamericani, soprattutto) rappresenti più un freno che uno stimolo a fare di più.
Eggers è uno scrittore originale e curioso, che in questo libro ha deciso di fare il punto della situazione: dove siamo, perché non siamo arrivati dove volevamo, cosa è andato storto? Roba grossa, materiale su cui si potrebbe riflettere a lungo, con la certezza di approdare a risposte sostenute da argomentazioni solide ma che probabilmente finirebbero per andare in direzioni diverse. Nulla di male, la complessità dell’argomento è tanta manna per uno scrittore che nell’abbondanza è libero di scegliere dove intingere la penna e dove sorvolare; questo non è un saggio ma un’opera narrativa, qui non ci interessa tanto la teoria o la costruzione di modelli quanto il ragionamento, il percorso, lo sviluppo della trama e dei personaggi.
Ottimo l’argomento quindi, e ottima ed originale anche la scelta della forma. I vostri padri è un romanzo fatto di soli dialoghi, Thomas, il protagonista, vuole delle risposte dalla società, dagli altri, e per averle non esita a rapire diverse persone per costringerle a parlare con lui, per capire perché ad un certo punto della sua vita si è guardato intorno e non ha trovato più nessuno. Lui ha sempre creduto in quello che gli raccontavano, nelle spiegazioni, nelle motivazioni e nelle promesse che via via gli sono state proposte… e allora perché si è ritrovato da solo? Perché gli altri non sono più accanto a lui? Perché non fanno quello che dicono? Cosa ne è stato, per riassumerla in una frase, del sogno americano?
«Ho qui un astronauta che ha fatto tutto quello che gli era stato detto di fare e questo non l’ha portato da nessuna parte. È solo un esempio. Arriva al massimo nel suo campo e gli rifilano un calcio in culo. Dall’altra parte della scala c’è Don, che voleva essere lasciato in pace, che era confuso, e il prezzo per essere una persona confusa in questo mondo sono diciassette pallottole ricevute nel giardino di casa tua.»
Il problema, secondo me, è che l’autore dispone molto bene le carte sul tavolo ma poi non sviluppa il gioco, si accontenta di quello che ha abbozzato senza voler andare oltre. Peccato, perché Thomas è un personaggio interessante, con un sacco di sfaccettature che avrebbero meritato di essere approfondite; potenzialmente vedo il lui l’antieroe del romanzo del nuovo millennio (ok, magari esagero un po’…), eppure Eggers sembra non accorgersene o non essere interessato alla possibilità di scrivere il grande romanzo. Si ferma sulla soglia, e quando scrive:
“Etichettiamo tutto alla velocità della luce, senza appello, tanto che non troviamo più spazio per le sfumature”
ecco, ho l’impressione che in questo libro lui abbia fatto lo stesso.


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