“La bellezza stava tutta dall’altra parte, dalla
parte dei giovani”
Le cose sono
come ci appaiono. Guardando le interpreto, le faccio mie trasfigurandole.
Questo, a grandi linee, è il pensiero che Gombrowicz sviluppa in quella ideale
trilogia nella quale Pornografia si
pone a metà strada tra Ferdydurke e Cosmo.
Seguendo l’assunto
esposto, ne consegue che ognuno di noi “vede” un suo mondo e legge ogni fatto in
maniera personale, con la conseguente scomparsa dell’oggettività, di una verità
condivisa. Un mondo quindi per ogni persona, ma anche due mondi che si
fronteggiano: quello degli adulti e quello dei giovani, due mondi che
obbediscono a regole diverse.
La gioventù è l’età
delle possibilità, non esistono ancora strade tracciate ma una miriade di
sentieri da esplorare. È fuoco che cova sotto la cenere, età delle
contraddizioni (innocenza/malizia, per dirne una) e delle contrapposizioni (istinto
contro esperienza, leggerezza contro serietà, fantasia contro certezza), ma
anche crudeltà e, soprattutto, incoscienza.
La gioventù è
Bellezza, rifugio che l’autore sceglie per fuggire dalla normalità della vita
adulta, ed essendo mondo adulto e mondo dei giovani due sistemi non comunicanti,
l’immaginazione diventa l’unico strumento possibile per provare a stabilire una
forma di contatto con un universo così lontano. L’opera a cui Gombrowicz si
affanna a dar vita è una costruzione tanto affascinante quanto ardita, basata
su fondamenta fragilissime, che vengono messe alla prova ogni volta che l’autore
aggiunge una nuova carta al castello che sta faticosamente prendendo forma.
Costruzione destinata a crollare irrimediabilmente, che da sempre costruire sui
sogni è un po’ come scrivere sull’acqua…
Un doppio
delitto, un “delitto a specchio”, sarà la conclusione che i due protagonisti
del libro partoriranno per dare una logica al complesso di situazioni che si
sono venute a creare, ottenendo però il risultato di accelerare ancora di più quel
processo di frammentazione della realtà che Gombrowicz inizia a tratteggiare
anche dal punto di vista stilistico (penso alla scrittura sincopata, con un
sacco di puntini di sospensione) e che deflagrerà definitivamente con Cosmo.
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