Alice è un ragno,
e i suoi racconti una tela che l’autrice
dipana con la sicurezza di chi è padrona di una tecnica sopraffina. Non una
parola fuori posto, si usa dire in certi casi, e i racconti di Chi ti credi di essere? sono proprio uno
di questi casi.
Questo libro è un romanzo sotto
forma di racconti, ognuno dei quali tratteggia un episodio della vita di Rose. Sono
storie in bilico, “a metà tra la sfortuna
e la colpa, sempre sull’orlo sdrucciolevole del fallimento”, con il rischio
che la situazione precipiti da un momento all’altro.
Munro analizza le sfumature dei
sentimenti, come si trasformano e con che velocità, indaga la volubilità dell’animo
umano, la difficoltà dei protagonisti di chiarire (prima di tutto a se stessi)
cosa vogliono davvero. Rose è l’emblema di una serie di personaggi che aspirano
alla normalità ma vivono nell’indeterminatezza, nella provvisorietà emotiva,
che cercano di corrispondere all’immagine che hanno di sé o a quella che
vogliono dare agli altri. L’autrice scivola con mano sicura dalla superficie
alla profondità delle cose e la messa a fuoco risulta sempre imperfetta, perché
le cose possono essere diverse da come appaiono, i comportamenti possono essere
interpretati e spesso anche i protagonisti non sono certi del significato delle
loro azioni.
Chi
ti credi di essere? è un viaggio
tra le pieghe dell’anima: le contraddizioni, i dubbi e come questi condizionano
l’agire delle persone, sono il materiale del quale si nutre la ricerca dell’autrice,
materiale dal quale tira fuori un libro di grande qualità.
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