sabato 28 luglio 2018

Clemens Meyer - Eravamo dei grandissimi



  
“Era l’epoca dei grandi incontri, e lui li aveva persi tutti.”

Formidabili quegli anni. Gli anni del crollo del Muro e della fine della DDR, anni in cui dall’altra parte finalmente si iniziava a sentire il profumo della libertà, anni carichi di euforia e possibilità, quando tutto sembrava fosse a portata di mano.
Formidabili quegli anni. Già, andatelo a dire a Dani, a Rico, a Walter, a Mark e agli altri personaggi del libro di Clemens Meyer… probabile che ne usciate come minimo con una bella frattura del naso. Figa, se quelli erano dei grandissimi! Eroi di un’epica moderna, nella quale gli adulti hanno abdicato al loro ruolo e recitano un ruolo da comprimari.
Le storie di Dani, Rico, Walter, Mark e degli altri sono le storie di un gruppo di ragazzi che si potrebbe sbrigativamente etichettare come “difficili”, mentre difficili erano il tempo che si trovavano a vivere e i contesti familiare (pressoché assente) e sociale nei quali crescevano. Cosa poteva rappresentare per ragazzi come questi il passaggio dall’Est all’Ovest? Forse solo il passaggio dall’alcool alla droga, altro che euforia e possibilità…
Eravamo dei grandissimi racconta storie minori sullo sfondo della Grande Storia, nessun intento moralistico o pedagogico da parte di uno scrittore che quegli anni li ha vissuti sulla propria pelle. Capitoli che potrebbero essere ognuno un racconto a parte, avvenimenti narrati senza una logica cronologica, quasi a collegare la frammentarietà della struttura del libro con la frammentarietà delle vite dei personaggi.
Il branco come succedaneo della famiglia, la violenza come protezione dell’identità del gruppo, la vitalità adolescenziale trasformata in una rabbia che non trova motivazioni vere (risuonano nella mente i perché? perché? perché? della madre di Daniel, destinati a rimanere senza risposta). Una rabbia che confina con la frustrazione, perché i protagonisti sono consapevoli di essere condannati ad una sconfitta che cercano di rinviare attraverso piccoli successi parziali, sbruffonerie, eccessi, tentativi di vivere sopra le righe il poco tempo che hanno a disposizione.
Figa, se quelli erano dei grandissimi!
Figa, se questo è un libro grandissimo!

Aggiungo che questo è uno dei pochissimi libri per i quali ho trovato il titolo italiano molto migliore di quello originale (“Quando sognavamo”).

Nessun commento: