sabato 30 novembre 2019

Il quinto evangelio – Mario Pomilio




"L'evangelio non è finito, questa è la verità."

Il quinto evangelio è un romanzo importante che mescola personaggi storici ed episodi di fantasia in una trama in cui si alternano materiali e registri narrativi diversi: novelle, lettere, leggende, testimonianze, frammenti di libri e addirittura un'opera teatrale che Pomilio ci propone restituendoci con grande eleganza la lingua e lo stile delle epoche a cui fa riferimento. Libro modernissimo quindi, nonostante sia stato scritto nel 1975 e ancora più moderno se consideriamo che si tratta anche di un elegante esercizio meta-letterario dato che il tema del romanzo è proprio un libro, il fantomatico quinto evangelio alla cui ricerca il protagonista finisce per dedicare la sua esistenza.
Si parte dagli appunti di un prete anonimo, dal suo arrovellarsi tra dubbio e speranza e dalla sua ricerca di Dio, per arrivare ai Vangeli, l'opera con la quale il Padre ha parlato agli uomini attraverso il Figlio. Dai Vangeli al quinto evangelio del quale il protagonista scopre le tracce nelle carte del prete il passo è breve, un quinto evangelio che  si rivela da subito qualcosa di più di una curiosità, di uno dei tanti apocrifi opera di discepoli e pseudo-discepoli di Cristo, perché pone al centro la carità, laddove gli altri mettevano la legge.
Un ritorno alle radici, alla spiritualità, ad un Gesù "francescano" da opporre alla secolarizzazione della Chiesa (ed anche in questo il romanzo di Pomilio risulta non solo modernissimo ma quasi profetico).
Al centro del libro c'è la Parola: le sue interpretazioni e il suo travisamento, che ci hanno allontanato dal suo significato originario portandoci in tutt'altra direzione. Il quinto evangelio rappresenta così il tentativo di sfrondare la Parola dalle sovrastrutture che l'hanno appesantita nel corso del tempo, dalle analisi capziose e spesso sterili che hanno finito per tradire il messaggio che essa voleva rappresentare quando fu pronunciata.
Quinto evangelio non come un vangelo nuovo ma come modo nuovo di rileggere i Vangeli canonici per recuperare la potenza anche eversiva di una Parola che è senza fine perché si rinnova in continuazione, mantenendo però inalterato  il messaggio che essa sottende, l'invito a passare dalla dottrina all'azione, ad operare per i poveri, per gli umili, per gli ultimi.

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