sabato 7 dicembre 2019

Leviatano o il migliore dei mondi – Arno Schmidt



Nichilista? Altroché!

Difficile guardare al futuro con ottimismo per chi, come Arno Schmidt, ha partecipato alla II Guerra mondiale nelle fila dell'esercito tedesco, avendone vissuto in prima persona gli orrori e le aberrazioni. Il cinismo è la cifra di un autore che non nutre più alcuna fiducia nell'uomo e nell'umanità e che sembra solo attendere ed auspicare la fine della storia.
Leviatano è un libro durissimo, il resoconto diaristico di due giorni di viaggio in treno di un gruppo di sbandati slesiani in fuga dall'esercito russo. Una scrittura per frammenti: immagini, gesti, colori. Parole appuntite come spade, verbi ripetute, frasi secche e condensate all'osso che si alternano con ritmo sincopato restituendo perfettamente l'atmosfera cupa del momento ("Il lungo crepuscolo. Trascinare. Buio bisbiglia, al modo di un pittore che mescoli incerto un colore notturno. Trascinare. Giallo polveroso. Trascinare. Rosso fuligginoso. Trascinare. Da una finestra sul vuoto ammiccò pieno il primo astro; grasso, sfacciatamente giallo, un banchiere. Trascinare. Il cielo si fece chiaro e promise freddo in arrivo.")
I protagonisti sono uomini e donne che si aggirano intorno ai binari di luoghi spettrali come morti-viventi, sonnambuli che galleggiano in un presente fragilissimo, sospeso tra un passato troppo lontano e un futuro inesistente. L'hic et nunc di Arno Schmidt è provvisorietà, pura sopravvivenza senza margini per la speranza. Nulla sembra avere senso: Dio, le leggi che regolano la materia, i principi della fisica e della filosofia, le cose del mondo.
Un mondo alla fine del mondo, dove vivere o morire è solo questione di fortuna.

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