La montagna dell'anima – Gao Xingjian
(trad. Mirella Fratamico)
BUR Rizzoli editore 2008 – I ed. 1989
Io, tu & lei.
Un flusso della lingua, come dice Gao stesso, un libro a metà strada tra il diario di viaggio e il romanzo fatto da racconti cuciti insieme come nella narrazione orale dei Canti della tradizione orientale che l'autore cerca di perpetuare. Un viaggio verso il sud della nazione, verso quella periferia che incarna l'anima vera, arcaica e libera della Cina, che il potere centrale ha cercato nel passato confuciano e nel presente maoista di sottomettere all'ordine governativo. Un viaggio in un mondo che sta scomparendo, cercando di recuperare attraverso le parole la Natura, le tradizioni e la vita che il cosiddetto progresso hanno cancellato.
Quello di Gao è però anche un viaggio alle ricerca dell'identità e così, in una sorta di sdoppiamento della personalità, seguiamo un Io che vive nella realtà e vaga lungo il fiume Azzurro alla ricerca della verità e un Tu, riflesso dell'Io, che vive al di fuori del presente, in uno spazio ideale nel quale si avventura alla ricerca della montagna dell'anima. In questa frantumazione dell'ego c'è spazio anche per Lei, la figura femminile creata dal Tu ma con la quale non riesce a entrare in contatto, per Lui che rappresenta la distanza tra Io e Tu e per Essi che ne rappresentano le molteplice apparenze, mentre il Noi rimane un pronome illusorio.
Non è facile seguire il protagonista lungo il suo girovagare da flâneur nel tempo e nello spazio, nei ricordi e nelle pieghe nell'anima, perché se è chiaro che fugge da una realtà che schiaccia l'uomo, meno evidente è comprendere ciò che cerca. Una vita diversa, certo, ma che non si può esprimere attraverso le parole e le regole che hanno finito per ingarbugliare e legare quella che ha condotto finora. Una vita che può essere vissuta solo lasciandosi andare, evitando le trappole della logica e i bizantinismi del ragionamento avendo come meta il momento in cui anima e corpo potranno sentirsi finalmente congiunti e parte del grande ciclo della natura.
"Non serve a nulla scandagliare l'anima, non occorre ricercare le cause, non bisogna dannarsi a cercare il senso. Tutto è Caos. L'uomo, è un essere complicato che si cerca guai da solo. L'«io» nel «tu» non è altro che il riflesso nello specchio, l'immagine capovolta del fiore nell'acqua. Se non entri nello specchio non riuscirai a tirar fuori nulla. Innamorato invano dell'immagine, non farai che compatirti. Tanto vale continuare ad amare perdutamente le immagini, naufragare nel mare del desiderio. I presunti bisogni dello spirito sono pura masturbazione. Fai una faccia afflitta. Anche l'intelligenza è un lusso, un bene di lusso. Desideri servirti di un unico strumento: il linguaggio che trascende le relazioni di causa ed effetto e la logica. Procedi a zigzag nel linguaggio trainando pensieri pesanti, vorresti estrarre un bandolo che ti aiuti a venirne a capo, ma più avanzi e più sei stremato, e il filo ti si attorciglia addosso. Come un baco avvolto nel filo di seta tessi intorno a te la rete che ti avviluppa nel buio sempre più fitto, la debole luce in fondo al tuo cuore si fa più fioca. La rete non è altro che il Caos. Dissolte le immagini, anche lo spazio si dissolve. Dissolto il suono, anche il linguaggio si dissolve. Come trovare una lingua musicale, indissolubile, superiore alla melodia, che vada oltre i limiti della morfologia e della sintassi, senza distinzione tra soggetto e oggetto, che superi i pronomi, che si sbarazzi della logica, che sia in costante evoluzione, che non faccia ricorso a immagini, metafore, associazioni d'idee o simboli?"
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