sabato 28 marzo 2009

Immaturi


Chi ha fatto invece dell'immaturità una filosofia di vita è l'immaturo per sempre o poeta. Per temperamento o scelta. [...] Attraversano, costoro, le età della vita non ancora convinti di essere del tutto nati al mondo.
Hanno forti passioni, trasgressive e "a rischio", esibite, che non rivolgono di preferenza agli affari e ai beni di consumo.
Sono inquieti ma contenti di esserlo. [...] Apprezzano la bellezza, la solitudine, l'indipendenza; credono in una maturità irraggiungibile e ascetica. Per l'amore che guida quel che fanno, pensano, creano, forse, saranno perdonati. Ma non sanno da chi.
Il gruppo cui appartengono li porta ad essere coerentemente in-maturi.
Un "in", non privativo, che bensì li spinge a penetrare ancor più nelle alchimie della vita matura per smascherarne le ipocrisie.
Per loro, la maturità non è di questa terra. Esploratori di quanto è invisibile e oscuro, sanno ironizzare anche su se stessi. Sono orgogliosi della loro natura multiforme, ma, di solito, non doppia e mendace. Odiano ciò che è puerile nei loro coetanei maturi; accettano di invecchiare. Sovente mantengono un'energia e un aspetto adolescenziali - senza soverchi trucchi - fino alla fine dei loro giorni. Talvolta sono e sono stati felici. Sanno ricominciare, hanno la modestia che deriva loro da un temperamento malinconico. Sorridono spesso da soli.

[D. Demetrio: "Elogio dell'immaturità"]

mercoledì 25 marzo 2009

Siamo solo stereotipi che si credono archetipi.

domenica 22 marzo 2009

Quel che resta


Alghe, legni spezzati e corde rotte
oggetti a fine corsa
quel che resta di un pasto,
e poi vetri, pezzi di plastica, ferri arrugginiti
cose con un passato ma senza domani
gli avanzi che il mare ha sputato in faccia all'arenile.


Quel che resta è un campo di battaglia
un corpo sfregiato da mille cicatrici
che il mare carezza con mano leggera -
docile, come fiera ormai sazia


e la notte di tregenda
sembra tanto tempo fa -
irreale, come il sole che ora incendia
un cielo sfolgorante.


[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

sabato 21 marzo 2009

Errore

Dai vicini un bimbo suona Per Elisa.
Sempre da capo, sempre quell'errore.
Il dogma dell'infallibilità
è stato un passo falso. E' un fatale capitombolo
del parassita quello di uccidere l'ospite.
Detto altrimenti globalizzazione.

Pudico si occulta l'errore decisivo
in una duna di sbagli di poco conto
e ci sprofonda. Mai finora sono mancate
voci che avvertivano:
il mondo è l'Incorreggibile.

Patetici sforzi per riparare, rammendare,
otturare, riformare, migliorare
con inchiostro rosso e pentimenti
portano a nuovi errori ancor più grossi.

Certo, difetti congeniti e aborti
sono due paia di maniche.
Però anche l'esecuzione fallisce,
il colore, l'invito, l'avvio,
l'accensione e il passo.

Una via lattea di confusioni
che c'è da stupirsi. Considerando il complesso
ne risulta un miracolo.

Evitare errori a ogni costo
sarebbe un errore.
Si confessa, si ammette
che si è sbagliato il gesto,
la direzione di marcia e anche a scrivere.

Certe poesie per esempio
sarebbero perfette
se non le avesse preservate da questa sorte
un errorino da nulla.

E' per svista che si è felici,
talvolta, per un momento,
per svista. Ma cualcosa non va.

[H. M. Enzensberger: "Più leggeri dell'aria"]