domenica 30 ottobre 2011

Tra due attimi


Subito dopo che l’onda si alzasse sulle punte per sfidare il mondo
ma subito prima che esplodesse in mille pezzi a frantumare                                                                                                    [lo specchio.
E’ allora che è successo.

Subito dopo che il gabbiano planasse morbido sulla nera roccia
ma subito prima che riaprisse le ali mirando al cuore del cielo.

C’è stato un momento
in cui mi sono affacciato
sul bordo del pozzo a guardare il fondo
per lasciarmi travolgere dalla vertigine.
Una crepa nel tempo,
uno spazio stretto e profondo,
un raggio di sole
filtrato per un attimo ad illuminare il buio della stanza
prima di restituire ogni cosa al suo sonno.

E’ stato allora che è successo,
in quell'istante tra il prima e il dopo
in quella piega del tempo dove nascono le cose:
una nuova onda, il volo del gabbiano,
un nuovo pensiero.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

sabato 22 ottobre 2011

Carelia



Carelia. 
La neve premurosa copre con il suo candido manto il sonno del giorno, 
sotto un cielo di piombo che assiste - indifferente.
Il gelo si insinua avvolgendo ogni cosa tra le sue spire.
Il lamento di un cane, lontano, rompe il silenzio del bosco.
Odore di legna che brucia. 
Un filo di fumo si alza mentre la nebbia azzurra cuce la terra al cielo.
Carelia. 
Il tempo rallenta e poi si ferma. 
Oggi è ieri, oggi è stato tanto tempo fa.
Il silenzio è bianco, l'attesa infinita.
Carelia, sogno lontano che entra piano e si attacca forte
come lichene abbracciato alla roccia.

domenica 16 ottobre 2011

Atene, 600 a.C. circa

4

La nostra città non perirà per volontà di Zeus:
non è questo il destino, non è questo il disegno degli dèi.
Una dea dal grande animo ci protegge, Pallade Atena,
figlia di altissimo padre, e tiene la sua mano si di noi.
Ma sono i cittadini stessi che vogliono distruggere
la grande patria - ciechi! - sedotti dal denaro,
e la mente ingiusta dei capi: ma li attende certo,
per la loro violenza, immenso male.
Sazietà non sanno, né godere con mente serena
le gioie lecite del convivio.
...
arricchiscono sedotti da azioni ingiuste
...
proprietà sacre o pubbliche non rispettano,
ma rapinano con violenza da ogni parte,
e dimenticano i sacri fondamenti di Giustizia:
tace, Giustizia, ma ciò che è stato conosce e ciò che sarà,
e col tempo giunge, sino in fondo, a compiere vendetta.
Una ferita senza scampo raggiunge la città intera
- di colpo è diventata schiava -
e schiavitù desta la lotta civile e la guerra addormentata,
e tanta bella gioventù andrà a morte.
Per colpa dei nemici la nostra amata patria presto
in alleanza ingiuste si consumerà.
Questi i mali che serpeggiano nel popolo: i poveri,
molti vanno in terre lontane,
venduti schiavi, in catene indegne
...
il male comune bussa alla porta del singolo,
e le porte non vogliono fermarlo,
e balza oltre l'alta muraglia, e tutti sorprende
e non serve fuggire in rifugi nascosti.
Questo il mio cuore mi impone di insegnare
agli Ateniesi: il malgoverno porta immensi mali.
Il buongoverno illumina ordine e giustizia, 
e sa avvincere in catene gli ingiusti;
appiana le asperità, frena la sazietà, oscura la violenza,
disseca al nascere i fiori di rovina,
raddrizza le leggi storte, addolcisce la superbia,
calma le opere di discordia civile,
calma il fiele di rovinosa contesa: con lui
tutto fra gli uomini è misura e saggezza.

[Solone]


venerdì 14 ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

Posso solo restare immobile, osservare
il movimento delicato delle foglie, dorate
prima, poi gelidamente verdazzurre,
con lo sparire del sole di settembre
(e l'apparire di fumiganti brume,
di umidi vapori); e i digradanti colori delle felci
dal giallo al bruno, con punte di rossastro;
o poco più in là l'arabesco
di foglie e ricci, col brulichio consueto di formiche
nel terriccio, attorno a vecce, chanterelles
 e cortecce squamose, umidicce;
e ubriacarmi dell'odore di legna
nel profondo del bosco.


[Fabio Pusterla: "Le terre emerse"]