domenica 12 agosto 2012

Specchio

Un salone bianco nel vivo di una festa 
e io stavo con amici 
sotto un grande specchio dalla cornice dorata 
leggermente inclinato in avanti 
sopra al caminetto. 
Bevevamo whisky 
e alcuni tra noi, non provando dolore, 
disquisivano 
su quale fosse l’esatta sfumatura di giallo 
che il sole cadente conferiva ai nostri bicchieri. 
Chiusi gli occhi solo per un poco 
poi alzai lo sguardo allo specchio: 
una donna vestita di verde 
stava appoggiata alla parete più lontana. 
Pareva assente, 
le dita di una mano giocavano nervose con la collana, 
e lei guardava fisso nello specchio 
non me, ma oltre di me, uno spazio 
che poteva essere colmato da qualcuno 
che ancora doveva arrivare, che in quell'istante 
forse iniziava il viaggio 
che l’avrebbe condotto da lei. 
Poi, d’improvviso, gli amici 
dissero che era ora di muoversi. 
Sono passati anni, 
e anche se ho scordato dove andammo e chi fossimo, 
ricordo ancora l’istante in cui alzai lo sguardo 
e vidi la donna guardare fisso oltre di me 
un luogo che potevo solo immaginare, 
e ogni volta provo una pena acuta, 
come se in quel momento uscissi 
dalle profondità dello specchio 
ed entrassi nel salone bianco, ansimante e ardente, 
soltanto per scoprire troppo tardi 
che lei lì non c’è.

[Mark Strand: "Uomo e cammello"]

sabato 11 agosto 2012

Sera grigia


Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo

[Ghiannis Ritsos: "Il funambolo e la luna"]

domenica 5 agosto 2012

Davanti alla siepe


Il sentiero che termina in uno spiazzo,
la siepe e sotto il mare.

Un pomeriggio al rallentatore
che non si decide a morire
e un sole pallido che indugia
carezzando le scaglie
del drago d’argento.

Il vecchio giorno
abbandona lento la scena
mentre io assisto all'ultimo atto
in piedi davanti alla siepe

appoggiato ai miei sogni
attento a non cadere.

[Lars W. Vencelowe: "Mater mare"]

sabato 4 agosto 2012

Tintarella di luna

L'azzurrognolo pallido
volto della casa
si alza su di me
come una parete di ghiaccio


e il remoto, 
solitario
verso di un gufo
vola verso di me.


Socchiudo gli occhi.


Sull'umida
oscurità del giardino
fiori oscillano
avanti e indietro
come palloncini.


Gli alberi solenni, 
ciascuno sepolto
in una nuvola di foglie, 
paiono persi nel sonno.


E' tardi.
Sdraiato sull'erba
a fumare,
mi sento a mio agio,
fingo che la fine
sarà così.


La luce della luna
mi cade sulla carne.
La brezza
è un bracciale al polso.


Vado alla deriva.
Rabbrividisco.
So che presto
arriverà il giorno
a lavare via la macchia
bianca della luna,


e che io camminerò
sotto il sole del mattino
invisibile
come chiunque altro.


[Mark Strand: "Motivi per muoverci"]