sabato 6 aprile 2013

Richard Yates – Revolutionary Road



Un romanzo del 1961 che ci parla di coppie e di persone in crisi.
Frank ed April, i protagonisti, camminano sul filo, in bilico tra la realtà per com'è e le loro aspettative, sospesi tra quello che vorrebbero essere e la paura di somigliare agli altri (“le circostanze economiche potevano obbligarti a vivere in un ambiente del genere, ma ciò che contava era non farsi contaminare. L'importante era, sempre, ricordare chi eri”).
La galleria di individui che ci presenta Yates è fatta da persone che non comunicano. O perché non sanno farlo e allora invece di andare verso l'altro cercano più o meno inconsciamente di sopraffarlo, di imporgli il loro punto di vista o perché ci hanno rinunciato, come il marito della signora Givens che usa l'apparecchio acustico per connettersi e sconnettersi a piacimento da ad un mondo che si limita ad osservare.
La vita è una recita e gli attori non sembrano all'altezza del ruolo che sono chiamati ad interpretare, e proprio il fatto di non riuscire ad affrancarsi da una realtà che criticano aspramente sarà la molla in grado di trasformare la commedia in dramma.
Nessuna luce è possibile alla fine del tunnel, nessuna speranza, solo l'amara constatazione che la realtà è quella che è. Impossibile cambiarla.

sabato 23 marzo 2013

Platone - Simposio


(è) l'amor che move il sole e l'altre stelle 

 Dialogo platonico di bellezza ed importanza straordinarie. Una cena a casa di Agatone è il pretesto per parlare di Eros con ospite ed invitati che fanno a gara a tessere gli elogi della divinità, poi prende la parola Socrate e subito c'è uno scarto. Il suo modo di affrontare l'argomento è radicalmente diverso da quello di chi lo aveva preceduto, con la dialettica che gli è propria ci prende per mano e poco per volta ci fa entrare all'interno di un mondo che neppure immaginavamo esistesse. A sorpresa, però, a dirci la verità su Eros in un dialogo di soli uomini non sarà Socrate ma una donna, una veggente di nome Diotima, della quale il filosofo ateniese riferisce il pensiero. Eros è un demone, una figura del mito a metà strada tra gli dei e gli uomini, un trait d'union tra i due mondi. Figlio di Poros (la strada, la ricerca) e di Penìa (la povertà) incarna le qualità dei genitori, per cui è povero e bisognoso, ma sempre in cerca di ciò che è bello e buono. Sospeso a metà tra la sapienza che hanno gli dei e l'ignoranza propria degli uomini, Eros è un filosofo, la cui aspirazione è creare bei discorsi che aiutino chi li ascolta ad elevarsi. Ma Socrate non si ferma qui e ci illustra dettagliatamente anche il percorso di ascesi che Eros ci aiuta a compiere. L'osservazione di una persona bella è solo il punto di partenza, da qui si parte per osservare il bello anche negli altri e dalla conoscenza del bello si passa alle contemplazione della Bellezza in sé, che è la Bellezza dell'anima, la contemplazione della virtù più autentica. Un'opera vertiginosa, dove letteratura, filosofia e poesia si fondono in una sintesi magnifica, un'opera d'arte che affronta con lucidità magistrale temi come il Bello, il Bene e la natura dell'uomo, che ci parla di archetipi qualche migliaio d'anni prima di Jung ed Hillman.

venerdì 15 marzo 2013

la massima velocità possibile



Grecia papàki 

La Grecia viaggia a quaranta all'ora 
come un papàki sul lungomare. 
La massima velocità possibile 
coincide con la possibilità 
dello sguardo innamorato: 
di registrare, di saziarsi, 
di ricordare. La luce nelle minime 
sue inclinazioni, l’ondeggiare 
del mare, la direzione del vento. 
La Grecia e il suo passeggero 
che la abbraccia, chiudono 
gli occhi contemporaneamente: 
non saprà mai che cosa fosse 
lui per lei, e nemmeno lei 
tutto quello che le deve. 
Grazie alle basse velocità 
la Grecia è il solo paese 
dove il tramonto 
verso Sùnio, o al ritorno, 
può durare una vita intera. 

[Sotiris Pastakas: "Il compagno di distanze" trad. M. Damaggio]

from: Rebstein