sabato 26 aprile 2014
Le mani scalze
A letto, ormai senza luce
con le mani
mi tappo gli occhi per non vedere
la notte. E nel piccolo spazio
frapposto fra le palpebre e i palmi
crescono i sogni
come fiori di serra.
[Manuel Forcano: " Le Mani Scalze"]
venerdì 25 aprile 2014
sabato 19 aprile 2014
Bohumil Hrabal - Una solitudine troppo rumorosa
Eccone un altro.
Ogni tanto saltano fuori.
In mezzo a prati dove fioriscono capolavori ed opere dozzinali, buone cose e porcherie... ecco, ogni tanto, spuntare un libro “diverso”, difficile da definire.
Uno di quei libri che arrivano diritti non alla testa, né al cuore, né allo stomaco, ma proprio lì, un lì che non so definire esattamente dove sia ma che esiste, perché leggendo Hrabal ti accorgi subito che qualcosa dentro di te è stato toccato, avverti una vibrazione particolare lì da qualche parte.
Ci vorrebbe un gruppo apposta per questa roba qui, su Anobii, o magari c'è già. Penso a “roba” come “Che tu sia per me il coltello”, “La scuola degli sciocchi”, “Norwegian wood” e altro ancora..., libri per noi astigmatici della realtà, per noi che ogni tanto amiamo confonderci, per me che “quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiassi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari”, ma poi magari penso che questi sono libri che hanno smosso qualcosa lì dentro solo a me e non ad altri, per cui meglio lasciar perdere.
Una solitudine troppo rumorosa, dicevo, è un libro speciale. Un libro sui libri e con i libri, nel quale il libri non sono un luogo dove rinchiudersi, ma un modo per aprire i confini, per vivere in un universo nel quale le cose, gli oggetti, gli animali hanno la stessa identità degli uomini, sono porte che si aprono su un altro mondo, quello che Henta, “artista e spettatore al tempo stesso”, ha dentro. Ciò comporta, fatalmente, che anche l'idea di umanità di Henta sia diversa da quella degli altri, di quelli che ha intorno. Umanità per Henta è avere un contatto non asettico ma fisico, quasi “carnale” con gli oggetti. Ed è un'umanità sorprendente, fatta anche di zingari che scattano fotografie con macchinette senza pellicola (perché “al mondo non dipende proprio nulla da come le cose finiscono, ma tutto è soltanto desiderio, volere, anelito”) e di professori di estetica alla ricerca di una “felicità diversa”. Ma non solo, Una solitudine troppo rumorosa è un libro che parla anche di surmolotti e delle loro lotte che si consumano nel sottosuolo, di pacchi di carta pressata che contengono verità, sogni ed illusioni, di una Grecia che non esiste come tale ma come luogo della mente (l'idea di Grecia che Hanta ha in testa), e di simboli, metafore e citazioni alte (da Gesù a Lao Tze, a Schopenauer), un libro dove distruggere è anche e soprattutto creare.
Potere della scrittura: a proposito di Una solitudine troppo rumorosa Hrabal diceva “non ho tentato di scrivere null'altro se non che da noi un'epoca finiva e un'altra cominciava”, ecco, a me invece è arrivato molto di più, forse ciò che volevo sentirmi dire, ciò di cui avevo bisogno.
mercoledì 16 aprile 2014
domenica 13 aprile 2014
Una cura per l'insonnia
Lorazepam & C. potrebbero avere le ore contate.
Ricercatori della prestigiosa “University of Migiaina” stanno infatti sperimentando un nuovo ritrovato che - stando ai primi risultati - sembra in grado di mandare in pensione benzodiazepine ed altri ipnotici. Non si tratta di un farmaco ma di una tecnica particolare che prevede l'utilizzo di uno strumento costituito da una parte metallica e da un manico in legno della lunghezza di circa 85 cm. Tale attrezzo è stato denominato vanga ed il suo impiego consiste nell'utilizzo di detta vanga come leva di 1° genere e si realizza secondo un protocollo ben codificato che consta di tre fasi distinte da ripetersi in successione ritmica:
- inserimento della parte metallica (lama) nel terreno spingendo con forza con il piede
- sollevamento di una parte di terra (zolla)
- capovolgimento della zolla sul terreno
Dai dati preliminari non sembrerebbero esistere controindicazioni alla vangatura ed anzi esisterebbero popolazioni particolarmente sensibili all'impiego di questa tecnica (le cosiddette sc-cene da violino, schiene da violino).
Nelle foto, gentilmente fornite dai ricercatori dell'"University of Migiana" è possibile vedere i risultati preliminari dello studio. Non è stato possibile riprendere gli sperimentatori per motivi di privasi.
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