domenica 11 gennaio 2015

Discorso sui libri


Mi domando se, forse senza rendercene conto, andiamo in cerca di libri che abbiamo bisogno di leggere. O se i libri stessi, che sono esseri intelligenti, riconoscono i propri lettori e si fanno notare. In fondo, ciascun libro è l’I Ching. Prendi, lo apri ed eccolo qui, eccoti qui.

[Andrés Neuman: "Parlare da soli"]

sabato 10 gennaio 2015

Giorgio Vasta - Il tempo materiale


Romanzo d'esordio impressionante per maturità e rigore nel quale l'autore rilegge il 1978, annus horribilis della storia italiana, attraverso gli occhi di tre preadolescenti che sulla base della fascinazione esercitata dal delitto Moro, decidono a loro modo di fare la rivoluzione.
L'io narrante è Nimbo, un ragazzino di undici anni che esperisce la realtà in una maniera del tutto originale, non contentandosi cioè dell'osservazione del mondo, ma aggiungendo ad essa anche l'uso degli altri sensi, il tatto, il gusto, l'olfatto. Vasta traduce il tutto con un linguaggio nuovo, fatto di una sorta di espressionismo stilistico - talora anche troppo manierato - ricco di aggettivi ed immagini, una specie di lente colorata che deforma tutto ciò su cui si posa.
La lotta contro lo Stato è la molla dalla quale scaturisce la storia ed anche il filo conduttore della narrazione, ma insieme a metafore, simboli e allegorie, mille sono i fili, più o meno sotterranei, che si intrecciano fra le pagine.
Uno di questi lo individuerei nell'impossibilità di comunicare tra bambini e adulti (e probabilmente nella difficoltà di comunicare in generale): i tre protagonisti cercano a modo loro di capire quello che succede intorno a loro, ma nonostante si esprimano e ragionino come uomini rimangono dei ragazzini, lasciati soli a confrontarsi con avvenimenti epocali. L'emulazione delle Brigate Rosse finisce così per essere un misto di gioco ed impegno, il tentativo di avere visibilità, di affermare se stessi, di essere colpevoli pur di essere.
Altro tema importante è quello del linguaggio: Nimbo, Raggio e Volo (nomi di battaglia dei tre undicenni) rifiutano quello convenzionale perché espressione di una realtà che vogliono cambiare, per sostituirlo con l'alfamuto, un codice di comunicazione fatto di posture e gesti che utilizzano i simboli della cultura di massa dell'epoca rileggendoli in funzione dei loro scopi, un uso delle forme cambiando i contenuti che esse dovrebbero rappresentare, simile per certi aspetti a quello che facevano Schifano, Angeli, Festa, Rotella, gli artisti della pop-art.
Il tempo materiale è un romanzo duro e a tratti angoscioso, che procede con andamento sincopato: frasi brevi e ritmo incalzante sottolineano le fasi della narrazione dedicate all'azione, alle malefatte del gruppo, ad esse si alternano monologhi o surreali dialoghi ideali con animali od oggetti in cui il protagonista cerca faticosamente di elaborare quello che sta succedendo e se nella prima parte dell'opera la riflessione precede e prepara l'azione, nella seconda accade l'esatto contrario con Nimbo che fatica a stare dietro a quello che succede, a capire dove sta andando e perché.
Se posso trovare una pecca in quest'opera è che una volta raggiunto il climax, la storia da l'impressione di scivolare verso il finale in maniera un po' troppo rapida. Forse si tratta di una scelta intenzionale dell'autore per rendere al meglio l'idea del precipitare degli eventi, tuttavia mi sembra uno scarto di velocità che stride con l'armonia del racconto. Ancora un'ultima annotazione a proposito del rigore con cui è costruito il romanzo: in certi momenti ho avuto l'impressione di una precisione e di un controllo quasi eccessivi, una sensazione simil-claustrofobica, come se tutto fosse consequenziale, già compreso dentro la trama.
Gusto personale, sia chiaro, infinitesimi granelli di sabbia in un ingranaggio ben rodato. Poca roba per uno tra i romanzi italiani più importanti degli ultimi tempi.


domenica 4 gennaio 2015

Gerbrand Bakker – C'è silenzio lassù


Romanzo d'esordio, nel quale Bakker sceglie la narrazione in prima persona per raccontarci la storia di Helmer, contadino olandese che ha sacrificato sogni ed ambizioni per sottostare ai voleri di un padre-padrone del quale ora attende la morte per sentirsi finalmente sciolto dal vincolo dell'obbedienza.
L'autore cerca di descriverci il protagonista nella maniera più verosimile possibile (magari "schiacciando" un po' troppo il racconto su di lui e non sviluppando pienamente gli altri personaggi), rifuggendo la scorciatoia del buonismo, senza doverlo rendere per forza simpatico. Helmer ci viene descritto a un punto della vita in cui è necessario cominciare a fare dei bilanci e frugando nelle tasche trova solo sabbia. Ha sempre abbassato la testa, accettando che il padre decidesse per lui senza provare a far valere il suo punto di vista. Se poi lo aveva un punto di vista.
La sua figura sembra quella di un ignavo, uno per cui questo o quello è indifferente, che preferisce accettare piuttosto che discutere. Ha un rapporto conflittuale con il padre, che tratta male per l'indifferenza e l'anaffettività con cui è stato ripagato negli anni passati, ma nello stesso tempo lo compatisce. Il cambiamento sembra sempre rimandato, allo stato potenziale, immaginato ma mai realizzato completamente per colpa di qualche curva del destino che interviene a mutare il corso delle cose e che il protagonista si limita ad assecondare senza opporsi. I sogni e i desideri non sono sconosciuti ad Helmer, ma sembrano sentimenti tiepidi, come se le brume del Nord li filtrassero, impedendo alla passione di esplodere.
Un romanzo di piccole cose, di sentimenti trattenuti, di occasioni perse, di rimpianti, di cambiamenti minimi, di decisioni lente, di sogni interrotti e di sogni che riaffiorano, fiammelle che si accendono e bruciano per poco tempo.
Bakker sceglie una prosa lenta, senza strappi, che scorre piana, proponendosi volutamente di non graffiare troppo la superficie. Una scelta meditata, che restituisce al meglio lo "spazio" che vuole raccontare, intendendo con ciò sia l'ambiente, il paesaggio, che fa da sfondo alla storia, la distesa aperta della campagna olandese, sia lo spazio interiore della voce narrante, fatto di pause, silenzi, pensieri.


P.S.: nella lettura del libro mi è sfuggita completamente la similitudine con McCarthy cui fa riferimento l'Editore nel commento.

sabato 3 gennaio 2015

Best book award 2014


Consueta classifica dei libri letti nel 2014. 
Quest'anno, visto il discreto numero di libri letti, abbiamo deciso di dividerli per categorie: 

Classici 
Lettera al padre Di Franz Kafka 
Il solitario Di Eugène Ionesco 
Il libro di sabbia Di Jorge Luis Borges 
Mentre morivo Di William Faulkner 

Platone 
Fedone Di Platone 
Critone Di Platone 
Apologia di Socrate Di Platone 

Dostoevskij 
Povera gente Di Fedor M. Dostoevskij 
Il sosia Di Fedor M. Dostoevskij 
Netocka Nezvanova Di Fedor M. Dostoevskij 
La padrona Di Fedor M. Dostoevskij 
Il signor Procharcin Di Fedor M. Dostoevskij 
Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti Di Fedor M. Dostoevskij 
Umiliati e offesi Di Fedor M. Dostoevskij 
Memorie dalla casa dei morti Di Fedor M. Dostoevskij 

Europei 
Felici i felici Di Yasmina Reza 
Il mare Di John Banville 
La mia lotta (1) Di Karl Ove Knausgård 
L'orizzonte Di Patrick Modiano 
Le Particelle elementari Di Michel Houellebecq 
Estensione del dominio della lotta Di Michel Houellebecq 
Saggio sulla lucidità Di José Saramago 
Le intermittenze della morte Di José Saramago 
Paradiso e inferno Di Jón Kalman Stefánsson 
La tristezza degli angeli Di Jón Kalman Stefánsson 
Il cuore dell'uomo Di Jón Kalman Stefánsson 
L'insostenibile leggerezza dell'essere Di Milan Kundera 
La bambina silenziosa Di Peter Hoeg 
Melancolia della resistenza Di Laszlo Krasznahorkai 
Estinzione: uno sfacelo Di Thomas Bernhard 
Una solitudine troppo rumorosa Di Bohumil Hrabal 
Treni strettamente sorvegliati Di Bohumil Hrabal 

Italiani 
La gemella H Di Giorgio Falco 
Geografia commossa dell'Italia interna Di Franco Arminio 
Resistere non serve a niente Di Walter Siti 
Chiuso per Kindle: Di Massimiliano Timpano, Pier Francesco Leofreddi 
La vita in tempo di pace Di Francesco Pecoraro 
Ovunque, proteggici Di Elisa Ruotolo 
Un mucchio di giorni così Di Angelo Calvisi 
Elianto Di Stefano Benni 
Lezioni americane Di Italo Calvino 
Dissipatio H.G. Di Guido Morselli 
Autobiografia del Blu di Prussia Di Ennio Flaiano 

Russi 
Rottame d'oro Di Vasilij Aksënov 
Arpagoniana Di Konstantin Vaginov 
L'enciclopedia dell'anima russa Di Victor Erofeev 

Nordamericani 
L'angelo Esmeralda Di Don DeLillo 
Il taccuino rosso Di Paul Auster 
Episodi incendiari assortiti Di David Means 
L'inconfondibile tristezza della torta al limone Di Aimee Bender 
Il commesso Di Bernard Malamud 
Sunset Limited Di Cormac McCarthy 
Dieci dicembre Di George Saunders 

Sudamericani 
Respirazione artificiale Di Ricardo Piglia 
Ferdydurke Di Witold Gombrowicz 
Opere complete e altri racconti Di Augusto Monterroso 
Storie di cronopios e di famas Di Julio Cortázar 
I dispiaceri del vero poliziotto Di Roberto Bolaño 
Chiamate telefoniche Di Roberto Bolaño 

Poesia 
Poesie Di Sergej A. Esenin 
Le mani scalze Di Manuel Forcano 
Quasi invisibile Di Mark Strand 
Il monumento Di Mark Strand

I membri della commissione giudicante (Lars W. Vencelowe, Héctor Genta, Xenia Dubinina, S.A. Samoilov, Leonard Jakob) esprimono le seguenti considerazioni:
  • Tra i pochi romanzi nordamericani letti nel 2014 spicca quest'anno l'assenza di P. Roth (vuoto da colmare nel 2015). Una menzione va ai racconti di Saunders che con questa raccolta si impone come una delle figure di riferimento nel campo delle short stories.
  • Numerosi e interessanti gli spunti offerti dal variegato panorama sudamericano, come al solito di alto livello. 
  • Tra i Dostoevskij letti, tutti relativi alla prima fase del gigante russo e che preparano il terreno ai grandi romanzi della maturità, segnaliamo Il sosia.
  • Ottime e abbondanti le letture di autori europee: tra le tante è necessario citare le novità rappresentate dalla trilogia dell'islandese Jón Kalman Stefánsson e il sorprendente romanzo dell'ungherese Krasznahorkai.  
  • L'ultima silloge di Mark Strand ne conferma la grandezza e il valore assoluto che lo pongono tra i grandi Poeti di ogni tempo. Ci mancherà.
In base alle opinioni espresse la giuria concorda sul fatto che la triade (Strand, Krasznahorkai e Stefánsson meriterebbe di aggiudicarsi il podio delle letture migliori del  2014, ma - all'unanimità - decide che:
il 2014 è stato l'anno della rinascita della narrativa italiana

e proclama 
La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro 
romanzo dell'anno.

Ai posti d'onore:
La gemella H di Giorgio Falco 
Un mucchio di giorni così di Angelo Calvisi 






applausi