domenica 22 novembre 2020

Brevemente risplendiamo sulla terra – Ocean Vuong

 

Non ti sto raccontando una storia ma piuttosto un naufragio, i pezzi galleggiano, finalmente leggibili.

 L'esordio di Ocean Vuong nella narrativa è un romanzo che sotto le vesti di una lettera alla madre analfabeta che non potrà mai leggerla, racconta la storia di un ragazzino vietnamita e della sua famiglia (madre e nonna) emigrati negli Stati Uniti. Una cornice classica (il romanzo di formazione) per un quadro moderno, almeno a giudicare dalla ricchezza e dalla complessità dei temi sviluppati da Vuong nella sottotrama e dallo stile del libro.

Utilizzando una scrittura "musicale", a tratti poetica, con la quale costruisce un romanzo per immagini nel quale non manca un uso sapiente delle metafore, l'autore  affronta infatti una serie di riflessioni che spaziano dall'identità culturale e sessuale del protagonista al rapporto con la madre, dalla Bellezza ai modi ed alle difficoltà di amare, senza trascurare la continua attenzione all'importanza del linguaggio.

Un libro sul tentativo di essere felici, un'opera prima decisamente convincente di un autore che sembra avere molto da dire e soprattutto di sapere come dirlo.

domenica 15 novembre 2020

Rapporto al greco – Nikos Katantzakis

 


Arriva fin dove non puoi.

 Summa del pensiero di Nikos Kazantzakis e testo imprescindibile per chi ama questo autore, Rapporto al greco è l'autobiografia romanzata di una vita vissuta nel tentativo di elevarsi oltre i propri limiti ("arriva fin dove non puoi") per essere all'altezza del suo "antenato della terra amata di Creta", nel tentativo del figlio di eguagliare e superare la gloria dei padri.

 Conciliare l'inconciliabile, diventare prima uomo e poi Dio cercando di creare armonia dal caos che governa la vita, sublimando la realtà con gli occhi dell'immaginazione. Questo, in estrema sintesi, mi sembra sia stato lo scopo della vita di Kazantzakis.

Una ricerca costante, un'ascesa continua lungo la scala che porta alla Verità, trovando lungo il percorso compagni di viaggio quanto mai eterogenei ma che rispondono ai nomi di Omero, Cristo, Dante, Bergson, Nietzsche, Buddha, Lenin, san Francesco e Zorba.

Un viaggio il cui primum movens è il desiderio di libertà: dapprima dai Turchi che occupavano Creta e successivamente dall'ignoranza, dalle false idee e dai falsi idoli. Essere libero e poi essere santo, inteso nel senso di porsi un obbiettivo alto da perseguire, non tanto per raggiungerlo "ma per non smettere di salire. Solo così la vita acquista solidità e unità".

La scoperta della bellezza e della sete di apprendimento per nutrire lo spirito sono altre tappe del percorso di crescita dello scrittore greco, destinate a essere superate negli anni dell'Università dallo sbocciare di una furia iconoclasta: la sfida a Dio per ergersi a creatore del proprio mondo avendo sempre come stella polare la ricerca dell'armonia, la tensione verso il "punto fermo del mondo che ruota" (per dirla con le parole di T.S. Eliot), il luogo in cui si conciliano gli opposti a cominciare dalle diadi ragione/sentimento e carne/spirito.

L'ingresso nell'età adulta segna una nuova fase nella ricerca dello scrittore greco, quella della responsabilità. Responsabilità di cercare un scopo e poi perseguirlo: la ricerca e insieme la lotta con Dio tra il monte Athos, Gerusalemme, il monte Sinai e il deserto; l'incontro con l'abisso e la scoperta dell'incapacità di andare oltre il proprio limite, come invece avevano fatto il Cristo e il Buddha riuscendo a dominare il loro caos interiore. E poi Nieztsche, "il profeta nemico di Dio", dal quale impara a diffidare delle teorie e ad evitare le scorciatoie, il Buddha che gli indica la strada della pietà e della condivisione del proprio destino con quello del mondo e ancora, in contrapposizione al saggio orientale, Lenin, che gli offre una nuova prospettiva per provare a rispondere ai bisogni dell'uomo.

Un percorso tortuoso, che procede a volte per analogie e a volte per contrapposizioni ma sempre con l'imperativo di non fermarsi ai traguardi parziali ma di ripartire ogni volta ala ricerca di un nuovo obbiettivo, sapendo che il maestro in grado di indicare la via può celarsi dove meno ci se lo aspetta. È il caso di Zorba, l'ultimo del compagni di viaggio dello scrittore cretese, un greco di mezz'età che possiede spontaneità, vitalità e leggerezza, doti che mancano  a Kazantzakis e che gli impediscono di vivere giorno per giorno.

 Rapporto al greco è il racconto di una corsa in solitaria verso la luce, il tentativo dell'uomo di uscire dall'ombra e di trascendere la propria natura. La penna è l'arma con cui l'autore va alla guerra per la redenzione dell'uomo, per aiutarlo a raggiungere il Bene e la Libertà assoluti portando con sé anche le contraddizioni, gli errori e le sofferenze che fanno parte della sua natura e sono necessari per approdare alla sintesi superiore di forma e sostanza. Le parole, quindi, come strumento per raggiungere la salvezza attraverso "l'unica strada che conduce a Dio, l'ascesa". 

sabato 31 ottobre 2020

Distanza di sicurezza – Samanta Schweblin




Test di Rorschach

 Una donna e un bambino. Dal suo letto di morte la donna ripercorre gli avvenimenti di quel pomeriggio, il bambino la guida, la costringe a tornare indietro, a ricordare, a cercare quando è stato "quel momento", a trovare il dettaglio che ha cambiato tutto. 
La distanza di sicurezza è lo spazio che le madri considerano sia sufficiente a tenere a bada i loro figli. "Cercano di anticipare quello che può succedere, con la famosa distanza di sicurezza." – dice uno dei protagonisti del libro – "È perché, presto o tardi, qualcosa di terribile succede. Ma non vi accorgete della cosa più importante." Distanza di sicurezza è la storia della contaminazione del bambino e del rituale magico al quale la madre l'ha sottoposto per salvarlo, al prezzo però di averlo indietro diverso, con l'anima scissa, migrata da un'altra parte. 
Un libro diverso, pervaso da un senso di inquietudine costante. Una trama originale, attenta a non dare punti di appoggio al lettore per stanarlo dalla comoda realtà e portarlo in un territorio privo di certezze, solo con le sue domande destinate a rimanere senza risposta.

Con Distanza di sicurezza, Samanta Schweblin sostituisce le parole alle macchie e realizza un sorprendente test di Rorschach in chiave narrativa. Al lettore il compito di cimentarsi con le suggestioni della scrittrice argentina e con i fantasmi del suo subconscio.

 

domenica 25 ottobre 2020

Le palme selvagge – William Faukner

 


Due storie raccontate in parallelo e che trattano due vicende lontanissime una dall'altra: Palme selvagge e Il vecchio.

La prima narra le vicende di due amanti adulterini che cercano di vivere la loro relazione fuori dalle convenzioni, dal denaro e dai luoghi comuni della società, consapevoli di combattere una battaglia persa in partenza perché, come dice Charlotte, "naturalmente non posiamo batterli, naturalmente noi siamo condannati."

La seconda è la storia di un carcerato al quale durante un'inondazione del Mississippi viene affidato l'incarico di salvare dalle acque una donna incinta e che rifiuterà l'occasione di evadere per portare a termine il suo compito "cercando soltanto di mantenere a galla la barca finché poteva". È il racconto di un uomo che "voleva così poco. Non voleva nulla per sé. Voleva soltanto liberarsi della donna, di quel ventre, e stava cercando di farlo nella maniera giusta, non per se stesso, ma per lei".

Sono due storie dure, cupe, senza lieto fine, nelle quali assistiamo all' inesorabile scivolare dei protagonisti dentro alle loro vite seppure in maniera difforme: ne Le palme selvagge lottando, invano, per sottrarsi al destino e ne Il vecchio rinunciando in partenza a combattere.

Con un ricorso frequente al flusso di coscienza, ai periodi lunghi e al cambiamento dei punti di vista, l'autore disegna atmosfere cupe che incombono sui personaggi e danno un senso di inevitabilità alla loro sconfitta. La penna di Faulkner scruta nell'animo di protagonisti e figure minori con abilità dostoevskijana restituendoci una serie di caratteri quanto mai complessi e intriganti e indagando con la stessa lucidità del maestro russo la crisi dell'uomo all'interno della crisi della società, utilizzando la Natura, a tratti ostile, a tratti indifferente ma mai partecipe delle sofferenze dei personaggi per sottolineare la durezza delle loro vite.

I due racconti sembrano scritti uno in antitesi all'altro: se nel primo si parla di due persone che cercano di fuggire dalla società, nel secondo c'è un carcerato che lotta per tornare indietro, se i due amanti infrangono le leggi, il detenuto cerca di rispettarle, se gli adulteri cercano l'amore, il carcerato lo rifiuta dopo essere stato scottato… eppure le analogie sono molte di più delle contraddizioni e Faulkner è il solito pianista che gioca con i tasti evitando la cacofonia e riuscendo a tirar fuori una sinfonia da suoni che sembrano contrastanti.

Quello che accomuna i due protagonisti è la voglia di rispondere solo al senso di responsabilità verso se stessi e non al sentire comune, un andare contro corrente che finiranno per pagare in prima persona. Ciò che alla fine rimane a Harry e al vecchio carcerato sarà solo il ricordo, l'unico spazio nel quale immaginare di sentirsi liberi per dare un senso alla loro sconfitta.

domenica 11 ottobre 2020

Lo splendore del Portogallo – António Lobo Antunes

 


Il migliore sulla piazza

 

Lo splendore del Portogallo rappresenta uno degli apici della bibliografia di Lobo Antunes, una perfetta macchina per catturare il vento della memoria, uno strumento in grado di restituirci la storia di una famiglia di ex coloni portoghesi in Angola attraverso folate di ricordi, immagini, brandelli di dialoghi, riflessioni dei protagonisti.

Materiali difformi, frammenti disarticolati che prendono significato nel corso del racconto e vanno a formare tessere di un mosaico che pian piano prende vita nell'immaginazione del lettore.

Quella di Lobo Antunes è una scrittura avvolgente e lo stile è quello a cui ci ha abituato negli altri romanzi: frasi lunghissime con la maiuscola che apre il paragrafo e il punto che spesso compare solo alla fine, sovrapposizione dei piani temporali, uso di reiterazioni che danno un ritmo quasi ipnotico al racconto, portandolo verso un territorio che sembra quello sospeso tra sonno e veglia, alternanza delle voci narranti che di sovente si sovrappongono anche nello stesso paragrafo lasciando al lettore il compito di identificare chi sta parlando cercando di riconoscerlo dalle sue parole (compito non semplice, considerando che spesso lo scrittore segue due o più tracce contemporaneamente). Aggiungo che spesso nei dialoghi la voce narrante pensa ad altro rispetto a ciò che sta dicendo e a volte nel corso del racconto nascono idee repentine che portano il corso della narrazione in un'altra direzione…

Una prosa respingente? No, piuttosto una prosa difficile, che richiede attenzione ma che la ripaga con gli interessi. Lobo Antunes è stato psichiatra e credo che la sua formazione professionale non sia indifferente allo stile letterario che ha costruito e affinato nel corso degli anni e che sembra ricalcare in chiave letteraria i complessi meccanismi della mente. Tutta la sua ricerca ruota intorno al tema del ricordo, personale ma anche nazionale; la memoria è fatta di immagini che non hanno successione lineare né gradi di importanza ma sono fotografie che si sovrappongono, alcune messe a fuoco perfettamente e altre - la maggior parte - sfuocate, fotografie che ritraggono momenti importanti dell'esistenza ma anche fatti minimi, apparentemente insignificanti, che per ragioni più emotive che logiche hanno lasciato una traccia duratura.

Il passato è il punto di osservazione scelto da Lobo Antunes per parlarci degli uomini, e Lo splendore del Portogallo è un libro duro, pervaso da un costante senso di fatalismo, che tratta dello sfacelo di una famiglia sullo sfondo dello sfacelo dell'impero coloniale portoghese in Africa, un libro sulla mancanza di amore, sul cinismo e sull'avidità.

Il passato è il tempo nel quale le cose sono accadute e il presente è il tempo del ricordo. La riconciliazione che cerca Carlos, il protagonista del libro, con la famiglia e con se stesso è impossibile perché tutto è già successo e ora non rimane più spazio per nulla. Non è possibile riavvolgere il nastro e riscrivere la storia ma solo farla rivivere con la memoria senza comprensione o compassione, forse solo pena.

 

Heróis do mar, nobre povo,

Nação valente, imortal,

Levantai hoje de novo

O esplendor de Portugal!

 

(A Portoguesa)