Il migliore sulla piazza
Lo
splendore del Portogallo rappresenta
uno degli apici della bibliografia di Lobo Antunes, una perfetta macchina per
catturare il vento della memoria, uno strumento in grado di restituirci la
storia di una famiglia di ex coloni portoghesi in Angola attraverso folate di
ricordi, immagini, brandelli di dialoghi, riflessioni dei protagonisti.
Materiali difformi, frammenti
disarticolati che prendono significato nel corso del racconto e vanno a formare
tessere di un mosaico che pian piano prende vita nell'immaginazione del
lettore.
Quella di Lobo Antunes è una
scrittura avvolgente e lo stile è quello a cui ci ha abituato negli altri
romanzi: frasi lunghissime con la maiuscola che apre il paragrafo e il punto
che spesso compare solo alla fine, sovrapposizione dei piani temporali, uso di
reiterazioni che danno un ritmo quasi ipnotico al racconto, portandolo verso un
territorio che sembra quello sospeso tra sonno e veglia, alternanza delle voci
narranti che di sovente si sovrappongono anche nello stesso paragrafo lasciando
al lettore il compito di identificare chi sta parlando cercando di riconoscerlo
dalle sue parole (compito non semplice, considerando che spesso lo scrittore
segue due o più tracce contemporaneamente). Aggiungo che spesso nei dialoghi la
voce narrante pensa ad altro rispetto a ciò che sta dicendo e a volte nel corso
del racconto nascono idee repentine che portano il corso della narrazione in
un'altra direzione…
Una prosa respingente? No,
piuttosto una prosa difficile, che richiede attenzione ma che la ripaga con gli
interessi. Lobo Antunes è stato psichiatra e credo che la sua formazione
professionale non sia indifferente allo stile letterario che ha costruito e
affinato nel corso degli anni e che sembra ricalcare in chiave letteraria i
complessi meccanismi della mente. Tutta la sua ricerca ruota intorno al tema
del ricordo, personale ma anche nazionale; la memoria è fatta di immagini che
non hanno successione lineare né gradi di importanza ma sono fotografie che si
sovrappongono, alcune messe a fuoco perfettamente e altre - la maggior parte -
sfuocate, fotografie che ritraggono momenti importanti dell'esistenza ma anche
fatti minimi, apparentemente insignificanti, che per ragioni più emotive che
logiche hanno lasciato una traccia duratura.
Il passato è il punto di
osservazione scelto da Lobo Antunes per parlarci degli uomini, e Lo splendore del Portogallo è un libro
duro, pervaso da un costante senso di fatalismo, che tratta dello sfacelo di
una famiglia sullo sfondo dello sfacelo dell'impero coloniale portoghese in
Africa, un libro sulla mancanza di amore, sul cinismo e sull'avidità.
Il passato è il tempo nel quale le
cose sono accadute e il presente è il tempo del ricordo. La riconciliazione che
cerca Carlos, il protagonista del libro, con la famiglia e con se stesso è
impossibile perché tutto è già successo e ora non rimane più spazio per nulla.
Non è possibile riavvolgere il nastro e riscrivere la storia ma solo farla
rivivere con la memoria senza comprensione o compassione, forse solo pena.
Heróis
do mar, nobre povo,
Nação
valente, imortal,
Levantai
hoje de novo
O
esplendor de Portugal!
(A Portoguesa)
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