«Oggi e per sempre. Non c'è differenza tra quello che è veramente accaduto e quello che ho distorto con l'immaginazione, ripetutamente, ripetutamente, nel corso degli anni. Non c'è differenza tra le immagini sbiadite che ricordo e le parole crude, crudeli, che credo di ricordare, ma che sono soltanto riflessi costruiti dalla colpa. Il tempo, come un muro, una torre, una costruzione qualunque, fa sì che non ci sia più distinzione tra verità e menzogna. Il tempo mescola la verità con la menzogna. Quello che è accaduto si mescola con quello che vorrei fosse accaduto e con quello che mi hanno detto sia accaduto. La mia memoria non è mia. La mia memoria sono io distorto dal tempo e mescolato a me stesso: alla mia paura, alla mia colpa, al mio pentimento.»
sabato 12 dicembre 2020
Il cimitero dei pianoforti – José Luis Peixoto
«Oggi e per sempre. Non c'è differenza tra quello che è veramente accaduto e quello che ho distorto con l'immaginazione, ripetutamente, ripetutamente, nel corso degli anni. Non c'è differenza tra le immagini sbiadite che ricordo e le parole crude, crudeli, che credo di ricordare, ma che sono soltanto riflessi costruiti dalla colpa. Il tempo, come un muro, una torre, una costruzione qualunque, fa sì che non ci sia più distinzione tra verità e menzogna. Il tempo mescola la verità con la menzogna. Quello che è accaduto si mescola con quello che vorrei fosse accaduto e con quello che mi hanno detto sia accaduto. La mia memoria non è mia. La mia memoria sono io distorto dal tempo e mescolato a me stesso: alla mia paura, alla mia colpa, al mio pentimento.»
martedì 8 dicembre 2020
Tornabuoni Novecento
Novecento di CTS è un toscano di forma bitroncoconica classica stagionato per nove mesi. É composto unicamente da tabacco Kentucky proveniente dall'alta valle del Tevere e invecchiato due anni prima di essere lavorato con macchinari d'epoca, sia nel battuto fine che costituisce il ripieno e sia nella fascia che lo avvolge.
È un sigaro di forza media, bilanciato ed elegante, un signore con i piedi ben saldi nel passato e lo sguardo puntato nel futuro, un toscano coraggioso che sa da dove viene ma anche dove vuole andare. Novecento è un sigaro fiero delle proprie origini ma che con l'esperienza di vita ha imparato a correggere una certa "asprezza" del carattere contadino, riuscendo a coniugare la forza della tradizione con le idee nuove dell'attualità. Ci parla di terra, di cuoio, di legna affumicata, di pepe e altre spezie, ma lo fa senza che nessuna delle suggestioni che libera la fumata soverchi l'altra e l'amaro incontra sempre una nota più dolce pronta a stemperarne il vigore.
Nessuna
forzatura né artificiosità, Novecento
non è un acrobata perennemente in bilico sulla corda che cerca di conquistarsi
un equilibrio ad ogni passo che muove nel vuoto ma un sigaro ben riuscito nel
quale ogni voce trova spontaneamente il suo controcanto e tutte le sensazioni
che sprigiona creano una consonanza che produce armonia.
Novecento
è un grande sigaro di una grande
manifattura.
sabato 5 dicembre 2020
Una tomba per Boris Davidovič – Danilo Kiš
domenica 22 novembre 2020
Brevemente risplendiamo sulla terra – Ocean Vuong
Non ti sto raccontando una storia ma piuttosto un naufragio, i pezzi galleggiano, finalmente leggibili.
Utilizzando una scrittura "musicale",
a tratti poetica, con la quale costruisce un romanzo per immagini nel quale non
manca un uso sapiente delle metafore, l'autore
affronta infatti una serie di riflessioni che spaziano dall'identità
culturale e sessuale del protagonista al rapporto con la madre, dalla Bellezza
ai modi ed alle difficoltà di amare, senza trascurare la continua attenzione
all'importanza del linguaggio.
Un libro sul tentativo di essere
felici, un'opera prima decisamente convincente di un autore che sembra avere molto
da dire e soprattutto di sapere come dirlo.
domenica 15 novembre 2020
Rapporto al greco – Nikos Katantzakis
Arriva fin dove non puoi.
Una ricerca costante, un'ascesa
continua lungo la scala che porta alla Verità, trovando lungo il percorso
compagni di viaggio quanto mai eterogenei ma che rispondono ai nomi di Omero,
Cristo, Dante, Bergson, Nietzsche, Buddha, Lenin, san Francesco e Zorba.
Un viaggio il cui primum movens è
il desiderio di libertà: dapprima dai Turchi che occupavano Creta e successivamente
dall'ignoranza, dalle false idee e dai falsi idoli. Essere libero e poi essere
santo, inteso nel senso di porsi un obbiettivo alto da perseguire, non tanto
per raggiungerlo "ma per non smettere di salire. Solo così la vita
acquista solidità e unità".
La scoperta della bellezza e della
sete di apprendimento per nutrire lo spirito sono altre tappe del percorso di
crescita dello scrittore greco, destinate a essere superate negli anni
dell'Università dallo sbocciare di una furia iconoclasta: la sfida a Dio per
ergersi a creatore del proprio mondo avendo sempre come stella polare la
ricerca dell'armonia, la tensione verso il "punto fermo del mondo che
ruota" (per dirla con le parole di T.S. Eliot), il luogo in cui si
conciliano gli opposti a cominciare dalle diadi ragione/sentimento e
carne/spirito.
L'ingresso nell'età adulta segna
una nuova fase nella ricerca dello scrittore greco, quella della
responsabilità. Responsabilità di cercare un scopo e poi perseguirlo: la
ricerca e insieme la lotta con Dio tra il monte Athos, Gerusalemme, il monte
Sinai e il deserto; l'incontro con l'abisso e la scoperta dell'incapacità di
andare oltre il proprio limite, come invece avevano fatto il Cristo e il Buddha
riuscendo a dominare il loro caos interiore. E poi Nieztsche, "il profeta
nemico di Dio", dal quale impara a diffidare delle teorie e ad evitare le
scorciatoie, il Buddha che gli indica la strada della pietà e della
condivisione del proprio destino con quello del mondo e ancora, in
contrapposizione al saggio orientale, Lenin, che gli offre una nuova
prospettiva per provare a rispondere ai bisogni dell'uomo.
Un percorso tortuoso, che procede
a volte per analogie e a volte per contrapposizioni ma sempre con l'imperativo
di non fermarsi ai traguardi parziali ma di ripartire ogni volta ala ricerca di
un nuovo obbiettivo, sapendo che il maestro in grado di indicare la via può
celarsi dove meno ci se lo aspetta. È il caso di Zorba, l'ultimo del compagni
di viaggio dello scrittore cretese, un greco di mezz'età che possiede
spontaneità, vitalità e leggerezza, doti che mancano a Kazantzakis e che gli impediscono di vivere
giorno per giorno.