Argine del lago Onega
giovedì 24 dicembre 2020
domenica 20 dicembre 2020
Giardino, cenere – Danilo Kiš
«Ci sono uomini» continuò mio padre «che sono nati per fare l’infelicità propria e altrui, vittime di macchinazioni celesti che non possiamo comprendere, cavie della meccanica celeste, ribelli ai quali è assegnata la parte di ribelli, ma che sono nati, per la crudele logica della commedia celeste, con le ali tagliate. Titani senza la forza dei titani, piccoli titanucci gracili che di grande hanno ricevuto solo una dose eccessiva di sensibilità nella quale la loro futile forza si scioglie come in alcol. Essi seguono la loro stella, la loro sensibilità malata, portati da progetti e da propositi titanici, e si infrangono come onde sugli scogli della banalità quotidiana. Ma la cosa più crudele riservata loro è la lucidità, la coscienza dei propri limiti, la dolorosa facoltà di distanziarsi. Io vedo me stesso nella parte impostami dai cieli e dal destino, consapevole di essa ad ogni istante, ma al tempo stesso assolutamente incapace di oppormi ad essa con la forza della logica e della volontà... Per fortuna, come ho detto, questa mia parte volge al termine...»
sabato 12 dicembre 2020
Il cimitero dei pianoforti – José Luis Peixoto
«Oggi e per sempre. Non c'è differenza tra quello che è veramente accaduto e quello che ho distorto con l'immaginazione, ripetutamente, ripetutamente, nel corso degli anni. Non c'è differenza tra le immagini sbiadite che ricordo e le parole crude, crudeli, che credo di ricordare, ma che sono soltanto riflessi costruiti dalla colpa. Il tempo, come un muro, una torre, una costruzione qualunque, fa sì che non ci sia più distinzione tra verità e menzogna. Il tempo mescola la verità con la menzogna. Quello che è accaduto si mescola con quello che vorrei fosse accaduto e con quello che mi hanno detto sia accaduto. La mia memoria non è mia. La mia memoria sono io distorto dal tempo e mescolato a me stesso: alla mia paura, alla mia colpa, al mio pentimento.»
martedì 8 dicembre 2020
Tornabuoni Novecento
Novecento di CTS è un toscano di forma bitroncoconica classica stagionato per nove mesi. É composto unicamente da tabacco Kentucky proveniente dall'alta valle del Tevere e invecchiato due anni prima di essere lavorato con macchinari d'epoca, sia nel battuto fine che costituisce il ripieno e sia nella fascia che lo avvolge.
È un sigaro di forza media, bilanciato ed elegante, un signore con i piedi ben saldi nel passato e lo sguardo puntato nel futuro, un toscano coraggioso che sa da dove viene ma anche dove vuole andare. Novecento è un sigaro fiero delle proprie origini ma che con l'esperienza di vita ha imparato a correggere una certa "asprezza" del carattere contadino, riuscendo a coniugare la forza della tradizione con le idee nuove dell'attualità. Ci parla di terra, di cuoio, di legna affumicata, di pepe e altre spezie, ma lo fa senza che nessuna delle suggestioni che libera la fumata soverchi l'altra e l'amaro incontra sempre una nota più dolce pronta a stemperarne il vigore.
Nessuna
forzatura né artificiosità, Novecento
non è un acrobata perennemente in bilico sulla corda che cerca di conquistarsi
un equilibrio ad ogni passo che muove nel vuoto ma un sigaro ben riuscito nel
quale ogni voce trova spontaneamente il suo controcanto e tutte le sensazioni
che sprigiona creano una consonanza che produce armonia.
Novecento
è un grande sigaro di una grande
manifattura.