domenica 15 gennaio 2023

best book award 2022

 


Sono 48 i libri letti dal nostro gruppo nel 2022.

Si tratta di opere di narrativa ad esclusione di 6 raccolte poetiche, 2 saggi e 1 opera "ibrida".

9 libri sono stati scritti nel primo Novecento.
19 appartengono all seconda metà del Novecento.
20 sono relative agli anni 2000.

9 libri portano la firma di un autore russo.
5 sono italiani.
4 argentini.
3 austriaci, tedeschi e greci.
2 islandesi, norvegesi e rumeni.
1 libro è stato scritto da un autore bulgaro, costaricani, cubano, francese, britannico, messicano, peruviano, portoghese, santaluciano, serbo, senegalese, spagnolo, statunitense, slovacco, sudanese.

Ecco la classifica nel dettaglio:

50

Poena Damni

Dimitris Lyacos

GRE

2018

50

Capelvenere

Mikhail Shishkin

RUS

2005

50

Museo animale

Carlos Fonseca

CST

2017

50

Trilogia della guerra

Agustín Fernández Mallo

SPA

2018

50

Applausi nel cassetto

Ana Blandiana

ROM

1990

50

La presa di Izmail

Mikhail Shishkin

RUS

1999

50

Omeros

Derek Walcott

STL

1990

50

Non è mezzanotte chi vuole

António Lobo Antunes

POR

2012

50

Teoria della prosa

Ricardo Piglia

ARG

2019

50

Punto di fuga

Mikhail Shishkin

RUS

2005

50

Il peso delle cose

Marianne Fritz

AUT

1978

50

Luce d'agosto

William Faulkner

USA

1932

50

Amras

Thomas Bernhard

AUT

1964

50

Adán Buenosayres

Leopoldo Marechal

ARG

1948

50

Il mondo estremo

Christoph Ransmayr

AUT

1988

50

Lazzaro e altre novelle

Leonid Nikolaevič Andreev

RUS

1906

50

Il silenzio

Leonid Nikolaevič Andreev

RUS

1900

50

La stagione della migrazione a Nord

Tayeb Salih

SUD

1966

50

Zona

Mathias Énard

FRA

2008

50

Racconti di Odessa

Isaac Babel

RUS

1926

50

Gli emigrati

Winfried Georg Sebald

GER

1992

50

Riaffiorano le terre inabissate

M. John Harrison

GBT

2020

50

Rogozov

Mauro Maraschi

ITA

2021

50

Chadži-Murat

Lev Nikolàevič Tolstòj

RUS

1912

48

Dolori precoci

Danilo Kiš

SER

1970

48

I passi perduti

Alejo Carpentier

CUB

1953

48

Molto tardi nella notte

Ghiannis Ritsos

GRE

1991

48

Vertigini

Winfried Georg Sebald

GER

1990

48

Melancolia

Mircea Cărtărescu

ROM

2019

47

Trilce

César Vallejo

PER

1922

47

Secondo natura: Un poema degli elementi

Winfried Georg Sebald

GER

1988

47

Mattino e sera

Jon Fosse

NOR

2000

46

La più recondita natura degli uomini

Mohamed Mbougar Sarr

SEN

2021

46

Quasi mai

Daniel Sada

MEX

2008

46

Saggi gnostici

Jon Fosse

NOR

1999

46

Linee del destino

Mark Kharitonov

RUS

1996

46

La ricerca del giardino

Héctor Bianciotti

ARG

1978

45

Ema, la prigioniera

César Aira

ARG

1981

44

Il Verbljud e altre cronache di Cerkazki

Jordan Radičkov

BUL

1994

43

Lingua madre

Maddalena Fingerle

ITA

2021

42

La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera

Alberto Ravasio

ITA

2022

42

Teorie della comprensione profonda delle cose

Alfredo Palomba

ITA

2019

38

Il codice di Perelà

Aldo Palazzeschi

ITA

1911

38

La prima volta che il dolore mi salvò la vita

Jón Kalman Stefánsson

ISL

2020

38

La guerra delle bestie e degli animali

Maria Stepanova

RUS

2022

37

E alla luce del lupo ritornano

Zyranna Zateli

GRE

1993

36

Il servo Jernej e la sua giustizia

Ivan Cankar

SLO

1907

32

Jón

Ófeigur Sigurðsson

ISL

2010



Il miglior libro dell'anno è:



Poena Damni 

di Dimitris Lyacos

sabato 31 dicembre 2022

Roberto Juarroz - poesie

  

Penso che in questo momento
nell’universo forse nessuno mi pensa,
e che io mi penso da solo,
e se adesso morissi,
nessuno mi penserebbe, nemmeno io.
E qui l’abisso comincia,
come quando prendo sonno.
Sono il mio solo sostegno, e mi detraggo.
Ricopro la vita d’assenza, la tappezzo tutta.
Chissà, sarà per questo
che a volte pensare ad un uomo
è come salvarlo.


Ognuno se ne va come può,
alcuni con il petto semiaperto,
altri con una mano sola,
alcuni con la carta d’identità in tasca,
altri con questa nell’anima,
alcuni con la luna attorcigliata nel sangue,
e altri senza sangue, né luna, né ricordi.
Ognuno se ne va, sebbene non possa,
alcuni con l’amore tra i denti,
altri mutando la propria pelle,
alcuni con la vita e la morte,
altri con la morte e la vita,
alcuni con la mano su quelle spalle,
altri sulle spalle di chissà che cosa.
Ognuno se ne va perché deve,
alcuni con chiunque albeggiando tra le ciglia,
altri senza aver mai visto nessuno,
alcuni dalla porta che dà o sembra dare sul cammino,
altri da una porta disegnata sulla parete o forse in aria,
alcuni senza aver mai iniziato a vivere,
altri senza aver mai iniziato a vivere.
Ma tutti se ne vanno con i piedi legati,
alcuni verso il cammino che hanno fatto,
altri verso quello che non hanno fatto,
tutti verso il cammino che non faranno mai.


Un giorno troverò una parola
che penetri il tuo corpo e ti fecondi,
e che si posi sul tuo seno
come una mano aperta e chiusa al tempo stesso.
Troverò una parola
che trattenga il tuo corpo e lo faccia girare,
che contenga il tuo corpo
e apra i tuoi occhi come un dio senza nubi
e che usi la tua saliva
e ti pieghi le gambe.
Tu forse non la sentirai
o forse non la capirai.
Non sarà necessario.
Vagherà dentro di te come una ruota
fino a percorrerti da un estremo all’altro,
donna mia e non mia
e non si fermerà nemmeno alla tua morte.

sabato 10 dicembre 2022

Punto di fuga – Mikhail Shishkin

  

La vita è antinomia.

L'epistolario, Pismovnik nel titolo originale, è un genere letterario ampiamente usato. In questo caso sono lettere d'amore che intercorrono tra Volodja, giovane scrittore arruolatosi come volontario nella rivolta dei Boxer del primo Novecento e Saška, l'innamorata che vive nella provincia russa. Sentimenti, progetti, sogni di felicità. ricordi ed esperienze di vita… nella corrispondenza tra i due ritroviamo tutto quanto ci si attende dalla narrativa di genere ma Shishkin ha la capacità di rivitalizzare una forma narrativa un po' consunta inserendo la trama all'interno di un raffinatissimo progetto nel quale adotta costruzioni della geometria descrittiva: prospettiva e punto di fuga (da qui il titolo dell'edizione italiana, per una volta migliore dell'originale) diventano così strumenti letterari attraverso i quali l'autore riesce ad imprimere profondità e vitalità a una storia che altrimenti correrebbe piatta, uguale a mille altre.
Punto di fuga è un gioiello di abilità formale nel quale però la tecnica sopraffina è sempre al servizio del messaggio che deve veicolare. Aprire lo spazio narrativo a vie di fuga che corrono in direzioni diverse e non coincidenti comporta però il rischio di amplificare le eventuali sbavature della trama e di perdere per strada il lettore, Shishkin invece governa con penna sicura il materiale che dispone sulla pagina: amore/morte, realtà/fantasia, presente/ricordo, superfluo/necessario… il romanzo è costellato da coppie di concetti che contrastano l'uno con l'altro e che indicano i punti lungo i quali corrono le linee della vita ( "Guarda, la prospettiva tiene insieme il mondo, come una corda appesa a un chiodo tiene un quadro. Se non fosse per quel chiodo e quella corda, il mondo cadrebbe a pezzi." E ancora "E all'improvviso ho distinto chiaramente le linee che collegano tutti gli oggetti a quel punto di fuga, come fili. O meglio, come elastici tesi allo stremo").
Vivere è inevitabile, le cose succedono, ma all'interno di questa cornice tutto è relativo, anche il tempo che corre a una velocità diversa per ogni persona ("il tempo siamo noi. Forse che il tempo esiste senza di noi?") e così anche le lettere che i due innamorati scrivono si perdono nel mare dell'asincronia risultando in realtà messaggi in bottiglia, missive scritte più a se stessi che all'altro. Ma anche la scrittura si proietta verso due punti di fuga divergenti e così si deve scrivere perché "solo le parole giustificano in qualche modo l'esistenza delle cose, anno un senso all'attimo, rendono reale l'irrealtà, mi rendono me stesso" ma contemporaneamente "le parole sono ingannatrici. Ti promettono di portarti in viaggio, poi se la svignano a vele spiegate, mentre tu rimani a terra. E soprattutto, il reale non sta in nessuna parola. Il reale ti ammutolisce. Tutto ciò che di importante accade nella vita è al di sopra del reale".
Mikhail Shishkin è il nome che aggiungo a quelli di Lobo Antunes, Cărtărescu, e Krasznahorkai nel mio gotha degli scrittori contemporanei.

giovedì 8 dicembre 2022

domenica 6 novembre 2022

Museo animale – Carlos Fonseca

La vita, un Infinite Jest.

Storie nelle storie. Museo animale è un'opera notevolissima che guarda a Bolaño, Piglia e forse anche a Cortázar. Un romanzo a strati, archivio di materiali eterogenei che Fonseca governa con scrittura precisa, sebaldiana, inserendo ampie digressioni in una trama caratterizzata, tra l'altro, da una buona "profondità" dei personaggi, spesso caratterizzati da un articolato percorso di vita nel quale si mescolano vero e falso in maniera da non lasciare mai al lettore l'impressione di comprenderli nella loro interezza, così che continuano a suggerire nuove possibilità alla trama.
Storie nelle storie. Tra le pagine di questo libro si perde e ci si ritrova come in un labirinto: storie collegate tra loro, che muovono le une dalle altre, aprendo nuove direzioni senza mai garantire al lettore la loro veridicità. Una narrazione centrifuga, che disorienta ed attrae, un viaggio alla ricerca di un mistero che si moltiplica lungo la strada e che in fondo è soli un pretesto per dipanare i temi cari dell'autore.
Qui si parla di camuffamento e fake news, del ruolo dell'arte e della storia, qui si parla di bellezza e distruzione, della ricerca di identità e delle ossessioni. Qui si parla, come in tutti in grandi romanzi, della vita. Qui si costruiscono mondi.
Storie nelle storie. Storie di gente che ha già scelto la sconfitta e non per questo ha smesso di cercare. Storie di gente che decide di intraprendere un percorso tanto folle, provocatorio e ricco di incognite, quanto affascinante. Storie di naufraghi della vita che seguono un sogno e ne fanno un'idea, sapendo che alla fine della strada non troveranno nulla ma che ne sarà valsa comunque la pena perché cos'è la vita? «un progetto che gli uomini si proponevano per perdere tempo, per nascondere il fatto che le fatiche degli uomini sono inutili, magnifiche ma inutili come le belle piume del fagiano».
La vita è un sogno e «il sogno doveva essere così, un lungo scherzo al quale arrendersi, rassegnati al fatto che solo alla fine capiremo qualcosa.»
Forse.