sabato 1 novembre 2008



Tornare a dipingere l’istante: l’eterno, quel che non si muove, quel che è in questo preciso momento e che sarà e continuerà ad essere per sempre.
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Quel che bisogna conquistare - per la pittura come per qualsiasi altra cosa - è la libertà. I pittori dei secoli scorsi dipingevano per accontentare gli altri. Adesso no: ciascuno dipinge quel che gli esce dall’anima.

[Dichiarazioni rese da Jusep Torres Campalans al Figaro Illustrè: Paris, 1 Febbraio 1914]




Battere la letteratura coi suoi stessi mezzi. Il vantaggio degli scrittori: far uso delle parole, materia che non ha nulla a vedere con la realtà. Trasformare i colori in parole (azzurro, il sostantivo; rosso, il verbo; giallo, il complemento; e gli altri colori, aggettivi). Dipingere in prosa, in versi. Colori consonanti, colori assonanti. Se incomincio, non la smetto più. Ho sonno.

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Pensare a un quadro, a come deve essere, è alla portata di tutti. Il difficile è farlo. Allo stesso modo, un poeta sente come dovrebbe essere un poema: il difficile è realizzarlo. Non si tratta di idee. Un poema è una questione di parole, il disegno e la pittura sono questioni di tratto e di colore. Son tutti lì a offrirci delle idee: le sole cose che son disposti a darci gratis, per il semplice fatto che sono nati.

[Jusep Torres Campalans: Quaderno verde]

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