sabato 5 novembre 2011

Madrid, 1930 circa

Trionfa oggi sopra tutta l'area continentale una forma d'omogeneità (...). Dovunque è sorto l'uomo massa (...): un tipo d'uomo fatto di fretta, montato su null'altro che su alcune esigue e povere astrazioni e che, per ciò stesso, è identico da un capo dell'Europa all'altro. A lui si deve il triste aspetto di asfissiante monotonia che va assumendo la vita in tutto il continente. Quest'uomo massa è l'uomo previamente svuotato della sua propria storia, senza passato nelle viscere (...). Più che un uomo è soltanto una carcassa d'uomo costituito di meri idolafori; manca di un "dentro", di una intimità sua, inesorabile e inalienabile, di un io che non si possa revocare. Di qui il fatto che è sempre disponibile per fingere di essere qualsiasi cosa. Ha solo appetiti, crede che ha solo diritti e non crede che ha obbligazioni (...).

Così come stiamo procedendo, con progressiva diminuzione della "varietà di situazioni", ci dirigiamo direttamente verso il Basso Impero. Anche quello fu un tempo di masse e di paurosa omogeneità.

[José Ortega y Gasset: "La ribellione delle masse"]

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