sabato 18 aprile 2015

Marco Missiroli – Atti osceni in luogo privato


Innocenti evasioni 

Un "libretto" senza infamia e senza lode. Una lettura veloce, da sala d'aspetto o da viaggio in treno, una storiella "carina" in bello stile che scivola via leggera, senza nemmeno provare a scalfire la superficie. 
"Romanzetto" di formazione che vede il protagonista passare attraverso complicate dinamiche familiari, separazione dei genitori, morte del padre e altre piccolezze senza neppure spettinarsi l'anima, con l'attenzione rivolta solo al suo ombelico (o, per meglio dire, un palmo più in basso). 
Un sacco di citazioni di film e canzoni per contestualizzare gli avvenimenti, ma soprattutto di libri e scrittori. Da Camus a Hemingway, da Carver alla Duras, passando per Maugham, Kundera, Faulkner, un cameo di Sartre e qualche altro migliaio di altri autori: tutti "giusti" e accumulati uno sull'altro senza uno scopo particolare se non quello di far procedere la trama. 
Un ritmo monocorde scandisce i pochi accadimenti senza intaccare mai l'imperturbabilità dei personaggi che si prendono e si mollano senza che ciò provochi conflitti, discussioni o turbamenti di sorta. Unici ingredienti: un po' di sesso, per tenere sveglio il lettore e un uso bilanciato di zucchero e stronzaggine, abbondando poi di miele e sentimentalismo grossolano man mano che il "libretto" volge verso la fine. 

Inutile tirarla per le lunghe. Per riassumere il tutto in una battuta, la metterei così: se in un libro non cercate niente di particolare, ecco, state certi che tra queste pagine lo troverete.

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