Una cinquantina d'anni fa, il
critico letterario Ángel Rama pubblicò un elenco di scrittori sudamericani definiti
raros, nel senso di
"eccentrici", difficilmente inquadrabili in altre categorie. Credo
che Felisberto Hernández possa essere considerato uno dei più rappresentativi
della lista e questo libro testimonia in
pieno la mia impressione.
Si tratta di tre racconti, i primi
due Ai tempi di Clemente Calling e Il cavallo perduto, scritti nei primi
anni '40 e quello che da il titola alla raccolta degli anni '60, che si muovono
seguendo due direttive che si intersecano: da un lato lo scavo interiore del
protagonista e dall'altro una riflessione sulla memoria ed i suoi meccanismi,
su come il tempo modifichi i ricordi e di come essi seguano percorsi
sconosciuti, al punto che certi episodi importanti si cancellano, altri
insignificanti si depositano e altri ancora riemergono dopo anni di silenzio.
Quello di Hernández è un punto di
vista originale, l'occhio che scruta il mondo è quello del bambino e del
bambino mantiene lo stupore, la curiosità, il gusto per il segreto, la
confusione tra reale e immaginario, considerati non territori distinti ma di ambiti
che si mescolano e fanno nascere riflessioni, supposizioni, linee di pensiero
che portano lontano, fino a sfociare nel surreale e nel meta-letterario. La
vita e le vite alle quali i protagonisti di questi racconti si avvicinano,
diventano così universi misteriosi, regolati da leggi altrettanto insondabili,
da movimenti sotterranei che disegnano rapporti invisibili e inspiegabili tra
gli oggetti.
Inutile pensare di potersi
avventurare tra le pagine di Hernández con la convinzione di non perdere la
rotta: sono pagine che ingoiano il lettore e lo trasportano in un mondo dove
ogni confine è sfumato e l'unica luce in grado di illuminare la strada è quella
fioca e ingannatrice dell'immaginazione. Folle è il tentativo di conciliare
"gli occhi di adesso" con "gli occhi del bambino", perché
l'uomo che ricorda e il bambino che era finiscono per sovrapporsi e ingannarsi
a vicenda. Folle eppure seducente, un viaggio da gustare lasciando a casa la
logica, un viaggio da godersi lasciandosi guidare per una volta dal sentimento.
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