domenica 21 aprile 2019

Clarice Lispector – Il segreto



 "e le sembrava inoltre di essere arrivata al limite di se stessa, là dove gioia, innocenza e morte si confondevano."

Secondo romanzo di Clarice Lispector, Il segreto segue di un paio d'anni Vicino al cuore selvaggio, e per certi aspetti ne continua la ricerca interiore che caratterizza del resto tutta la produzione letteraria della scrittrice brasiliana.
La trama di per sé è sottile ma l'opera è importante e ricca di spunti: romanzo di formazione, dramma psicologico e flusso di coscienza in puro stile tardo-modernista. Lispector scava nella personalità di Virginia: prima adolescente che vive di passioni, di devozione verso il fratello Daniel e che soprattutto si nutre di istanti, di ognuno dei quali cerca di arrivare al nucleo per succhiarne il nettare e poi ragazza che non sa (non vuole) liberarsi della sua parte infantile.
Virginia è consapevole di una diversità che la condanna alla solitudine ma è troppo attratta dalla sua interiorità per curarsi di quello che accade fuori da lei. Basta una vertigine, uno svenimento, o una specie di auto-ipnosi a sprofondarla dentro a se stessa, a proiettarla in quel mondo "ignoto e folle" del quale non sa fare a meno. E una volta sprofondata negli abissi della coscienza Virginia non sa più uscirne ("sì, sì, per poter esistere lei aveva bisogno di una vita segreta"), o meglio, quello a cui aspira è una coscienza "espansa", che attraverso il sogno le faccia superare i limiti della natura umana.
Nella geografia del suo mondo la realtà diventa menzogna, finzione che nasconde la verità e le parole strumenti inutili i quali lei preferisce le sensazioni. Vivere diventa così un gioco d'equilibrio "orribile e irrimediabile", una passeggiata sul filo che non può concludersi che con la caduta di Virginia.

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