Come
un sasso nell'acqua
Questo libro mi ha fatto subito
pensare all'immagine del sasso che da bambini gettavamo nell'acqua e a come
osservavamo affascinati le onde concentriche che generava la sua caduta.
Un andamento a spirale che si nota
già a partire dalla scrittura, che non è quello che sembra, nel senso che il
libro parte come un romanzo, ma un romanzo "ibrido", che si allarga
man mano verso altri generi letterari, come il saggio e l'(auto)biografia.
Ma è un sonetto del Metastasio il
nucleo forte, il "sasso" che da il là alla formazione dei cerchi
nell'acqua: si tratta di versi che fanno riferimento a come l'immedesimazione
dell'autore sul suo mondo interiore generi in lui emozioni vere e che si
espandono in anelli sempre più ampi coinvolgendo non solo lo scrittore ma anche
il lettore e i suoi sentimenti, in una carrellata che collega Metastasio,
Puskin, James, Kafka e Pessoa.
Quelle di Trevi sono riflessioni
che partono dalla solitudine dell'uomo e si allargano al suo bisogno di
finzione, di qualcosa che lo aiuti a sopportare la realtà, anzi a crearne un
"credibile surrogato". C'è necessità di storie – dice l'autore – di
una narrazione in cui credere, di indossare maschere che sappiamo essere una
menzogna ma che pure ci servono a vivere, a conferirci un'identità, perché
"dietro questa apparente infinità di maschere c'è un vuoto uniforme, uno
smarrimento universale, nessuno si orienta, nessuno se la cava veramente".
La narrazione, la poesia, la
pittura, la fotografia (il ritratto) rappresentano così altrettante finzioni,
ma necessarie, perché è solo attraverso l'Arte che l'uomo può aspirare al passaggio
dal particolare all'universale, all'assoluto, "quella porzione
irriducibile di vita concreta che si sottrae ad ogni forma di genericità, che
vale solo per chi la vive, e che fa di ogni essere umano il primo e l'ultimo
della sua specie, senza colleghi, senza fratelli, senza nessuno dietro cui
ritirarsi al momento decisivo, quello in cui tutte le regole si dissolvono
nell'eccezione che sei tu, solo tu."
Si torna così al punto di partenza,
alla solitudine dell'uomo, che chiude l'ennesimo cerchio di un viaggio colto e ricco
di spunti di riflessione.
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