sabato 10 agosto 2019

Guido Mazzoni – La pura superficie



La pura superficie è una raccolta di testi in prosa e in poesia che già dal titolo si richiamano al Wallace Stevens di Dalla superficie delle cose.
Quello dell'autore è un punto di vista controcorrente, che dichiara fin dalla prima poesia di voler rinunciare a scavare nel profondo per comprendere la natura intima delle cose ("Ho scritto un testo che non tende a nulla. Vuole solo esserci, come tutti. / Ho scritto un testo che rimane in superficie."), anche se questo non significa rinunciare a descriverle.
Si vive – dice Mazzoni – di precarietà, luoghi comuni e soluzione preconfezionate con le quali cerchiamo di scavalcare la complessità di un mondo che non riusciamo a comprendere, si vive cercando di uscire dall'impasse, esorcizzando con il movimento l'impossibilità di dare un senso alle nostre azioni. Galleggiamo cercando di costruirci piccole isole intime di conforto, anime alla deriva in un mare nel quale stabiliamo relazioni temporanee ("una schermatura, una costruzione fatta per incapsularsi e coesistere senza attrito, prevedibilmente") nascondendo nel profondo un Io fragile, incerto. Chiusi in noi stessi guardiamo la vita attraverso un vetro che ci separa dagli altri, incapaci di rompere quel diaframma che ci permetterebbe di entrare davvero in contatto. Anche le parole non riescono più ad aiutarci perché hanno assunto un significato diverso per chi le pronuncia e per chi le riceve e l'unico viaggio nel quale possono assisterci è quello in verticale, all'interno di noi stessi, non in orizzontale, verso l'altro.

"Da qualche tempo gli eventi scivolano sopra di me,
non mi toccano. Su questo lato
sono con voi, un altro scorre dentro,
è invisibile e mi sovrasta.
Ho proseguito oltre l'ultima fermata,
Étoile, senza una ragione,
guardavo gli altri, volevo distruggere o capire."

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