«Nella
veglia, abitiamo in un mondo comune, ma nel sogno ognuno di noi penetra in un
mondo proprio.»
Cinque racconti borgesiani di
algida eleganza nei quali Silvina Ocampo introduce l'elemento fantastico
all'interno della narrazione classica e ne studia le conseguenze. I temi
trattati sono soprattutto quelli della memoria e del sogno e paradigmatico in
questo senso è già il primo dei racconti della serie (Epitaffio romano) nel quale risuonano echi eraclitei (nessun uomo
entra due volte nello stesso mare) per affermare da un lato che le cose si
ripetono sempre e dall'altro che non sono mai esattamente uguali a se stesse ma
si trasformano, e che la fantasia è l'unica arma a disposizione dell'uomo per evadere
dalla prigione della vita. La fantasia e la letteratura, aggiungiamo noi,
perché così sembra suggerire l'espediente stilistico dei tre finali al quale
ricorre la scrittrice.
Mescolando sogno e realtà la
Ocampo crea una zona grigia nella quale le cose possono essere vere o solo
immaginate, così come i ricordi possono essere attendibili oppure falsi. È un
territorio misterioso e carico di possibilità; ci ritroviamo di nuovo su un
terreno letterario nel quale il vero ha la stessa dignità del verosimile, un campo
nel quale possono fiorire mondi infiniti.
Inutile cercare certezze, nei
racconti della Ocampo tutto è provvisorio: "perché, ammesso che questi
racconti fossero sogni, Armando fingeva di essere un altro personaggio? Fingeva
o davvero sognava di essere un altro, e si vedeva dal di fuori?" (L'impostore). La confusione è il pane
dell'immaginazione, la fantasia non ammette vincoli, neppure quelli della
parola scritta che tradisce il pensiero legandolo ad un'unica realtà ed
impedendogli quel cambiamento di cui si nutre: "disdegno quei grossolani
strumenti che fissano, che deformano il pensiero: quei nemici della metamorfosi
e della collaborazione. Chi oserà stampare le mie parole le distruggerà. […] La
memoria è infinita, ma più infinita e più capricciosa ancora, come i sentieri
di un dedalo, è l'invenzione che la modifica." (Frammenti del libro invisibile)
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