La più recondita memoria degli uomini – Mohamed Mbougar Sarr
(trad. Aberto Bracci Testasecca)
edizioni e/o 2022 - I ed. 2021
Buon romanzo di genere, che esplicita già nel titolo il richiamo a Bolaño. Iscriversi nella scia degli epigoni dello scrittore cileno è un'ammissione di scarsa originalità, che pur non inficiando la qualità dell'opera comporta il rischio che si finisca per preferire alla copia l'originale. Sì, perché qui manca la visceralità di Bolaño, la forza della sua penna è sostituita dalla ricerca della misura e da uno stile controllato, con un'evidente attenzione alla costruzione di trama e sottotrame che sembra nascere più dal calcolo che da un'esigenza narrativa.
Gli argomenti che Sarr affronta si moltiplicano nel corso della storia: si parte dal tema dello romanziere scomparso, ma rapidamente il campo si allarga a quello dei rapporti dello scrittore africano con la cultura occidentale e con le sue radici, al ruolo della scrittura, al rapporto passato-futuro, al legame vita-letteratura, al senso della vita… La carne al fuoco risulta così eccesiva, con il risultato che spesso i collegamenti tra le parti appaiono un po' forzati e la a volte si sfilaccia per gli sforzi dell'autore di far tornare i conti, anche con spiegazioni affrettate e un po' artificiose.
Ultima annotazione: non mi spiego quale può essere il senso di aver ridotto due giganti della letteratura come Sabato e Gombrowicz a macchiette o poco più.
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