“Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità
d'esecuzione.“
E non solo. Dopo la lettura del Codex, potremmo integrare la definizione
di genio data dal grande Perozzi in questa maniera: genio è (anche) capacità di
inventare qualcosa di nuovo partendo da un materiale strausato.
Parliamo del materiale-libro in una delle sue
varianti più noiose: l’enciclopedia.
Già, il Codex
è più di un triplo salto mortale senza rete, più di una scalata di un ottomila,
più di un salto dalle cascate del Niagara dentro ad una botte, più…, più. Con
il Codex Serafini sfida le leggi della narrativa e
le stravolge scrivendo un libro stranissimo, nel quale l’iconografia mescola
immagini di fantasia con altre riconoscibili ma usate fuori dal loro contesto
abituale e la scrittura è in una lingua asemica, fatta di segni che si
ripetono, di maiuscole e minuscole, di tratti in grassetto, quasi a indicare la
presenza di regole che pure sono destinate a rimanerci sconosciute.
Non comprendete le tavole che vi propongo? –
sembra dirci l’autore – Nessun problema, ecco in calce la spiegazione. Peccato
che anch’essa rimanga fuori dalla nostra portata, in una specie di gioco che da
una parte ci attira e dall’altra ci rimbalza, ci spinge a cercare di
comprendere e poi ci nasconde gli strumenti necessari.
Uno scherzo? Forse, ma non solo.
Un passatempo per bibliofili un po’ snob?
Sicuramente.
Un modo di épater le bourgeois? Possibile.
Il Codex
è tutto questo e anche molto di più: un libro da leggere con il cuore di un bambino
e la testa di un adulto, camminando in bilico tra sonno e veglia, fantasia e
ragione. Forse quello che ci chiede il Codex
non è capire, spiegare, dare un senso, trovare una trama, procedendo in
linea retta dall’inizio alla fine… ma lasciarci andare, seguire il ritmo, la
nostra musica, aggirandoci tra le pagine del libro come tra i fiori di un
prato, lasciandoci colpire da una figura, da un accostamento di immagini, da un
gesto.
Rimettere il lettore al centro. Suscitare
emozioni, ricordi, pensieri. Far vivere un’immaginazione troppo spesso tenuta controllata
da mille regole, questo credo sia lo scopo del Codex.