Il
passato è dove il presente ha inizio.
Primo romanzo della trilogia di
Benfica, Trattato delle passioni
dell'anima stilisticamente si allontana un po' dal "gongorismo"
delle prime opere di Lobo Antunes (penso soprattutto alla prosa ricca e a
tratti ridondante di In culo al mondo)
per orientare la ricerca più sulla struttura del libro e sull'architettura
della frase che sulla parola in sé. Il risultato è un romanzo polifonico, nel
quale alle voci dei protagonisti si alternano anche quelle degli altri
personaggi impegnati a raccontare ognuno la propria storia, il proprio punto di
vista, in un andamento della trama che ricorda il va e vieni ipnotico della la
risacca. Lobo Antunes chiede al lettore dedizione assoluta e poi lo confonde
con un tourbillon di voci che vanno avanti e indietro nel tempo, con un
alternarsi e sovrapporsi di piani temporali e psicologici che danno vita ad uno
splendido romanzo sulla memoria e sulla perdita degli affetti, un affresco che
mette a confronto il Portogallo del latifondismo, ancora legato all'Ottocento,
con quello delle lotte sociali e del terrorismo, la transizione traumatica dalle
certezze di un mondo patriarcale legato alla tradizione rurale del paese agli
squilibri sociali dello stato moderno, con la sua navigazione a vista in un
mare di interessi, piccole e grandi nefandezze, assenza di legalità e di
moralità.
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