Damián Lobo, licenziato dalla ditta in cui ha
lavorato per venticinque anni, è un uomo solo che riempie gli spazi della sua
solitudine immaginando assurde interviste televisive che lo vedono
protagonista. In esse parla di sé, identificandosi con la murena perché
"non è gregaria e si mimetizza con il paesaggio", "una murena
nascosta tra le rocce di corallo, in agguato, a caccia di una preda, o per
proteggersi da un predatore", parla anche del capitalismo senz'anima nel
quale se l'è cavata "come il polpo che non ha bisogno di capire l'oceano
per viverci dentro", dei rapporti sessuali con la sorella adottiva cinese
e del fatto che lui legge solo manuali d'uso e libretti di istruzioni.
Una critica della società dei
consumi e della TV spazzatura fatta dal di dentro, dal punto di vista di chi ha
vissuto per un po' nel sistema e poi ne è stato sputato fuori, la lucida follia
di chi dai margini della società cerca di tirare avanti in qualche modo per non
impazzire e non si accorge di essere già sull'altro lato della strada.
Vivere un po' nella fantasia e un
po' nella realtà è difficile, soprattutto quando la realtà è avara di stimoli.
Succede che il mondo immaginato finisce per occupare sempre più spazio
invadendo pericolosamente il territorio della vita vera.
In un centro commerciale Damián
Lobo ruba un fermacravatta d'oro con incise le iniziali S.O., proprio quelle di
Sergio O'Kane, il suo fantomatico intervistatore. Per evitare l'arresto si
nasconde in un armadio in vendita in un mercatino d'antiquariato e mentre
attende il momento propizio per darsi alla fuga si ritrova chiuso dentro e
trasportato a casa di una famiglia che nel frattempo ha comprato il mobile.
Al lettore scoprire quel che
succederà in seguito, all'estensore di queste brevi note il compito di dire che
quello di Millás è un gioiellino raffinato, una critica sociale che
travestendosi da racconto surreale evita triti luoghi comuni e toni accesi.
"- Lei è un tipo poco
socievole?", chiede ad un certo punto O'Kane al protagonista.
"- Diciamo che sono strano.
- In che senso, strano
- Nel senso che sono una brava
persona, io sono una brava persona, non ho mai fatto del male a nessuno, e
questo mi ha allontanato dal mondo.
- La bontà allontana?
- Sì.
- Crede che il mondo sia cattivo?
- E anche pericoloso.
- E lei con questa avventura lo
stava migliorando o lo stava rendendo un po' meno pericoloso?
- Chissà, sarà il tempo a
deciderlo.
- Non sarebbe più giusto affermare
che si stava vendicando?
- Del mondo? Non ci avevo
pensato."
Damián Lobo per gli altri è uno
schizofrenico e un dissociato, in realtà è solo un personaggio in cerca
d'autore, un uomo sensibile che si è ritrovato in un mondo di lupi, un
invisibile che ha rinunciato a lottare per conquistarsi un posto nel gruppo,
uno sconfitto al quale è rimasta solo la possibilità di guardare gli altri dal
di fuori.
Damián Lobo è il personaggio di
una bellissima favola, un bambino che nell'armadio ha ritrovato l'utero materno
e che ora si prepara a nascere.
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