sabato 22 febbraio 2020

Traslochi – Hebe Uhart


La Dea delle piccole cose

Uhart è un altro dei segreti meglio custoditi della letteratura sudamericana.
Scrittrice poco nota all'estero ma il cui talento è ampiamente riconosciuto in patria (Fogwill la definì la miglior scrittrice argentina), la narratrice di Moreno si caratterizza in quest'opera per uno stile lineare, "pulito", che parte dalle piccole cose per scendere in profondità e mostrare le crepe nascoste nella quotidianità. Semplicità sembra essere la sua parola d'ordine, con la scelta di non drammatizza le situazioni per rappresentarle invece come sono, di privilegiare l'ordinario rispetto allo straordinario, guardando ed ascoltando cose e persone come farebbe un bambino ma riferendone con la capacità introspettiva di un adulto.
L'occhio è quello di un cronista che osserva e descrive la realtà senza lasciarsi andare ad un'eccessiva partecipazione emotiva, il gusto dell'oralità ricorda le Acqueforti di Roberto Arlt, con i personaggi che sono identificati non tanto dal loro aspetto quanto dai comportamenti e da come parlano. Al centro di Traslochi c'è la trasformazione della società argentina, il passaggio dalla campagna alla città, i contrasti generazionali, le tradizioni familiari e la voglia di novità, a cui si aggiunge un'acuta descrizione di caratteri (soprattutto femminili).
"Di semplicità in semplicità" – scrive Haroldo Conti a proposito di Uhart – "si penetra in profondità e labirinti dove si può avanzare solo se si partecipa della magia di questo nuovo mondo. (Uhart) non illumina né completa una realtà conosciuta. Rivela, o meglio, è lei stessa una realtà unica, diversa."

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