L'amore
è la solitudine, l'amore è tutto ciò che esiste.
Romanzo cardine di uno degli
autori più importanti della "generazione del '90" portoghese, Una casa nel buio è un'opera
sorprendente che pone Peixoto in diretta continuità con Saramago e Lobo
Antunes, giganti dei quali mostra di aver compreso e rielaborato in maniera
personale la lezione.
Una storia sospesa in uno spazio
senza tempo abitato da personaggi improbabili: un ragazzo che scrive, la madre
che vive incurante di quello che succede intorno a lei, la schiava Miriam, il
principe di Calicatri che conosce ogni cosa e il signor violinista. A questi,
dopo la comparsa sulla scena di misteriosi e crudeli invasioni, si
aggiungeranno il visconte di Dedodida e nessuno, un uomo mutilato di occhi,
orecchie, naso e lingua.
Realismo magico, forse, ma temo
che ogni classificazione possa risultare riduttiva per un romanzo così ricco di
metafore, allegorie e simboli che possono portare il lettore in mille direzioni
diverse. Penso al siliquastro, l'albero di Giuda sotto al quale il ragazzo
sognava da piccolo, la stessa pianta alla quale si impiccò il bisnonno del
protagonista e sotto la quale nacque il nonno. Penso al pozzo e alla statua che
sono nel giardino della casa dove è ambientata la scena, alla moltitudine di
gatti che ne riempiono le stanze, alla montagna che si staglia sullo sfondo…
Una
casa nel buio è un'opera originale
anche dal punto di vista stilistico, caratterizzata da una scrittura definita
"scarna e barocca", con frasi brevi ma ricche di enfatizzazioni e
soprattutto reiterazioni che danno alla prosa un ritmo quasi ipnotico, nel
tentativo di costruire una lingua personale come se quella classica non avesse
tutti gli strumenti necessari per permettere all'autore di trasferire al lettore
quello che ha dentro (come spesso succede quando gli scrittori provano a far
veicolare alla parola sentimenti ed emozioni).
Sentimenti, emozioni ed anche
illusioni. Come l'amore del ragazzo per una donna che vive dentro di lui, o
quello della madre per la musica e quello del principe di Calicatri per la conoscenza.
Sentimenti spazzati via dall'ingresso sulla scena di una violenza la cui forza
risulta amplificata da una narrazione che in questo caso privilegia il registro
cronachistico, limitandosi ad una descrizione essenziale priva della minima
partecipazione emotiva da parte dei personaggi, quasi a sottolinearne
l'inevitabilità. La successiva epidemia di peste che scoppierà nel paese
servirà poi a ribadire che tutto ciò che desideriamo è impossibile, recidendo
anche i germogli di umanità che timidamente stavano sbocciando tra i figli
degli invasori.
Come Questa terra ora crudele anche Una
casa nel buio è un'opera delicata e crudele, ma anche poetica, visionaria,
surreale ed oscura, un cannocchiale e insieme un microscopio che Peixoto punta
sul mondo e sui suoi abitanti. È una riflessione sulla scrittura, sull'uomo e
sulla società ma anche sul tempo che trasforma ogni cosa e soprattutto (questa
mi sembra la vera cifra della poetica dello scrittore di Galveias) sull'amore e
sulla felicità e contemporaneamente sulla solitudine e sul dolore nel
tentativo, tutto letterario, di riuscire a conciliare gli opposti.
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